AGRICOLTURA – 17,4 milioni in più per le imprese che riducono l’impatto delle lavorazioni
Nuove risorse per le imprese agricole toscane impegnate a ridurre l’impatto delle lavorazioni, a favorire la semina su terreni non lavorati, a incrementare la copertura vegetale delle superfici a seminativo e soprattutto, nel periodo invernale, l’inerbimento delle colture arboree specializzate.
La Regione ha incrementato di 17,4 milioni la dotazione finanziaria sulle misure relative ai pagamenti per gli impegni agro-climatici assunti dalle imprese.
In particolare l’incremento di risorse interessa i tipi di operazione 10.1.1 per la conservazione del suolo e della sostanza organica, la misura 10.1.2 per il miglioramento della gestione degli input chimici e idrici e la misura 10.1.4 per la conservazione delle risorse genetiche animali per la salvaguardia della biodiversità.
Nello stesso tempo è previsto il prolungamento da uno a due anni del periodo di impegno.
“Il nostro territorio – dichiara la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – è caratterizzato da frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico e da diffusi processi di erosione del suolo dovuti anche al progressivo abbandono delle sistemazioni idraulico-agrarie e delle pratiche agro-silvo-pastorali. In questo senso, occorre valorizzare il ruolo delle attività agricole e forestali, incentivando la riduzione delle lavorazioni profonde ed il mantenimento della copertura del suolo, così da contenere, laddove l’attività agricola è ancora presente, l’erosione e il ruscellamento, ma anche all’incremento del tenore di sostanza organica ed i fenomeni di desertificazione”.
Il coinvolgimento attivo delle imprese agricole con meccanismi di premialità può contribuire alla diversificazione dei sistemi colturali, determinando benefici per la biodiversità naturale e il paesaggio, nonché per l’utilizzo dei prodotti per l’agricoltura razionale e rispettoso dell’ambiente.
“In Toscana – prosegue Saccardi – la grande biodiversità di razze animali, alcune delle quali a rischio di estinzione, rappresenta un patrimonio ambientale e storico-culturale di singolare ricchezza che richiede specifiche azioni di tutela. Si tratta di razze animali attualmente a bassa consistenza numerica, ma che possiedono comunque un forte carattere identitario e, per questo, con un notevole valore aggiunto nelle produzioni. Razze troppo spesso frettolosamente abbandonate per loro bassa produttività che oggi possono rappresentare un elemento di identificazione ed una perfetta integrazione con il proprio territorio.
Per questo la loro tutela e valorizzazione può essere fondamentale nella politica di sviluppo agricolo, ma non solo, delle aree collinari e montane della Toscana”.