Accordi di Libertà, convegno della Fondazione Craxi alla Sala Zuccari
Il governo Craxi promosse una riforma degli accordi tra Stato italiano, Chiesa Cattolica e successivamente con le altre confessioni religiose.
Di questo si è parlato nel convegno “Accordi di Libertà” promosso dalla Fondazione Craxi.
La revisione dei Patti Lateranensi del 1929 era diventata necessaria per adeguarsi ad una società come quella italiana profondamente mutata nei costumi. A promuoverla fu l’allora premier Bettino Craxi. Il contenuto degli accordi dell’84 è stato trattato dettagliatamente nel convegno storico organizzato dalla Fondazione Craxi ieri pomeriggio alla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
In apertura dei lavori è intervenuto il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dopo i saluti di Margherita Boniver, Presidente della Fondazione Craxi, sono intervenuti Benedetto Ippolito, Università Roma tre, Lucio Malan, Senatore, Stefania Craxi, Senatore, Giulio Disegni, Vice Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, S.E. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola Valdese. Moderatore Massimo Franco, Editorialista del Corriere della Sera.
La revisione dei Patti Lateranensi è da considerare una delle massime conquiste del governo Craxi e una delle ultime decisioni prese di comune accordo tra tutte le forze politiche della Prima Repubblica.
Per Margerita Boniver: “la revisione del Concordato è stata una tappa estremamente importante non solo per il governo Craxi e per i suoi rapporti con il Vaticano, ma in quanto è stata foriera di aperture, di maggiori spazi di libertà sia nei confronti della Chiesa cattolica che di tutte le altre confessioni religiose che hanno poi voluto partecipare con una maggiore libertà per tutti i cittadini italiani” (Agenzia Nova).
Partendo dal confronto con i Patti Lateranensi, per Benedetto Ippolito questi portarono ad un cambio di paradigma. “Non più solo un accordo tra Stati, un accordo per stabilire una diplomazia ma un rapporto incentrato sulla persona e sugli individui” e quindi ad una “soggettività neutra rispetto alle comunità religiose”. Gli accordi promossi da Craxi rispecchiano una concezione avanzata della democrazia.
Stefania Craxi ha voluto attualizzare lo spirito che animò gli accordi del 1984. “Non ci può essere pace tra i popoli – ha sottolineato – se non c’è pace tra le religioni”.