Firenze, biologa ambientale dell’Ateneo vince finanziamento da National Geographic Society
Il progetto coordinato dalla ricercatrice Ilaria Colzi studierà i possibili effetti delle microplastiche sulle interazioni tra piante e insetti impollinatori
Ancora un riconoscimento della qualità della ricerca condotta dall’Ateneo in difesa delle api, insetti fondamentali per l’ecosistema planetario. Ilaria Colzi, ricercatrice in Fisiologia vegetale presso il Dipartimento di Biologia, ha vinto un finanziamento da parte di National Geographic Society per studiare se l’inquinamento da microplastiche nei suoli può mettere a rischio l’interazione benefica tra piante e insetti impollinatori.
BeeSafe (“Bee-ing polluted: studying the microplastic effects on plant-pollinator interactions”), progetto di durata biennale di cui Colzi è coordinatrice, parte dall’ipotesi che le microplastiche nel suolo possano influenzare alcune caratteristiche fenotipiche e chimiche dei fiori coinvolte nell’attrazione degli impollinatori – colori, odori, qualità del nettare – interferendo così con le preferenze e il comportamento degli insetti in cerca di cibo. A oggi, nessuna indagine di questo tipo è stata mai svolta, pertanto l’attività di ricerca darà un contributo interessante e innovativo. Tutti i dati acquisiti per i siti urbani antropizzati verranno confrontati con le aree più naturali e indisturbate consentendo di ottenere un quadro generale dell’effettiva diffusione di questi inquinanti e del rischio per gli impollinatori.
“Considerata la moltitudine di fattori di stress causati dall’attività antropica che mettono a rischio le popolazioni di api e bombi in tutto il mondo, è diventato ormai urgente capire se, e in che modo, le microplastiche possono rappresentare un ulteriore pericolo per questi importanti organismi – spiega Colzi –. La comunicazione tra piante e impollinatori è reciprocamente vantaggiosa: gli impollinatori migliorano il successo riproduttivo delle piante attraverso l’esportazione e la raccolta del polline; a loro volta, il nettare e il polline servono come nutrimento per gli impollinatori”.
“Le piante da fiore – aggiunge – hanno quindi sviluppato varie caratteristiche per attrarre o influenzare il successo degli impollinatori, tra cui la colorazione dei fiori, i profumi e le caratteristiche del nettare. L’adattamento dei tratti fiorali è essenziale per l’attrazione degli impollinatori e qualsiasi interferenza con questo adattamento può avere grandi impatti sul processo di impollinazione e, di conseguenza, sulla biodiversità vegetale, sulla salute degli ecosistemi e anche sulla produzione agricola”.
La ricerca è caratterizzata da un forte aspetto multidisciplinare, coinvolgendo, oltre a tutti i collaboratori del Laboratorio di Fisiologia Vegetale, altri tre “project members” in modo da coprire tutte le competenze necessarie: David Baracchi, docente del Dipartimento di Biologia ed esperto dello studio delle capacità cognitive e la neurobiologia degli impollinatori; Cosimo Taiti, tecnologo presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali ed esperto nella caratterizzazione delle sostanze volatili emesse dalle piante; Massimo Nepi, docente del Dipartimento Scienze della vita dell’Università di Siena, esperto dello studio del nettare e delle interazioni piante-impollinatori.
“Attraverso esperimenti in condizioni controllate di laboratorio – precisa Colzi – coltiveremo le piante su terreni contaminati artificialmente con microplastiche e osserveremo gli effetti sulla fisiologia, su diverse caratteristiche fiorali e infine sul comportamento di api e bombi attraverso test di preferenza e di memoria nel laboratorio specializzato di David Baracchi. Le attività di ricerca prevedono anche un’importante campagna di monitoraggio in campo per documentare l’attuale diffusione delle microplastiche in piante e insetti impollinatori in diversi ambienti del centro Italia, che spazieranno da aree antropizzate e inquinate ad altre naturali più preservate e protette”.
“Le attività sono già iniziate – conclude – e in qualità di National Geographic Explorer con il mio gruppo di ricerca mi sposterò a bordo di una barca a vela per una crociera tra le isole più incontaminate dell’Arcipelago Toscano, a caccia di microplastiche in nettare, polline e insetti impollinatori”.