Musica, la straordinaria voce di Hatis Noit per la prima volta a Firenze
Artista giapponese, ha catturato l’attenzione dei media e del pubblico per le sue emozionanti performance che combinano la musica con la fotografia e l’arte. Il suo talento l'ha portata a collaborare con artisti di fama internazionale come il regista David Lynch, il produttore Rick Rubin e il vibrafonista Masayoshi Fujita
Per l’ultimo concerto della stagione in Sala Vanni, arriva per la prima volta a Firenze la star giapponese Hatis Noit: apprezzata musicista d’avanguardia, reduce da una spettacolare performance al MUTEK di Barcellona, presenterà dal vivo il suo ultimo album Aura.
L’appuntamento, previsto per venerdì 17 maggio 2024 (ore 21:15 – ingresso 13/20 €), rientra nel cartellone di Tradizione in Movimento, la stagione concertistica del Musicus Concentus, realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e Fondazione CR Firenze.
Originaria di Shiretoko, Giappone, ma residente a Londra, Hatis Noit ha catturato l’attenzione dei media e del pubblico per le sue emozionanti performance che combinano la musica con la fotografia e l’arte. Il suo eclettico talento l’ha portata ad esibirsi nei più prestigiosi festival europei e a collaborare con artisti di fama internazionale come il regista David Lynch, il produttore Rick Rubin e il vibrafonista Masayoshi Fujita.
Dopo Illogical Dance, EP uscito nel 2018, nel giugno 2022 Hatis Noit pubblica per la Erased Tapes il suo album di debutto, Aura. Registrato a Berlino e mixato da Marta Salogni, il disco ha preso forma durante la pandemia, quando Noit e il produttore Robert Raths hanno deciso di amplificare le registrazioni in una chiesa, catturando un’atmosfera live.
Il titolo dell’album prende ispirazione dal filosofo tedesco Walter Benjamin, che ha usato questo termine per descrivere l’essenza fondamentale dell’arte, più forte della sua forma originale, una condivisione in senso ampio. Hatis si è ritrovata in questa affermazione. Durante il lockdown si è trovata ad interagire con la tecnologia, per necessità, rendendosi conto di quanto in realtà le esibizioni dal vivo siano fondamentali: stare con le persone, condividere lo stesso spazio, sentire l’atmosfera e l’energia del momento sono per lei fonte di ispirazione. La gravità della pandemia ha fatto sì che Noit si guardasse dentro e riflettesse. Ciò ha portato il disco ad essere un rimedio per quello che stava accadendo nel mondo e a ricordare le gioie della vita. “We cannot live forever, do everything or be everywhere. But that makes our lives unique and invaluable. I wanted to be focused on our limitations and show how precious life is” prosegue l’artista.
Il brano di apertura, nonché title-track del disco, rievoca un ricordo inquietante di esseri persa in una foresta nella sua città natale, Shiretoko, Hokkaido, per poi scoprire che diventare parte della natura, invece di essere solo un individuo, è in realtà sinonimo di stupore e pace e questa sensazione è diventata il luogo da cui parte per comporre nuova musica.
Il nome stesso, Hatis Noit, è tratto dal folklore giapponese e significa “stelo del fiore di loto”. Il loto rappresenta il mondo vivente, mentre la sua radice il mondo degli spiriti, quindi Hatis Noit è ciò che li collega. Per lei la musica rappresenta lo stesso mondo sotterraneo con la sua capacità di commuoverci e trasportarci dall’altra parte; il passato, un ricordo, il nostro subconscio. La gamma vocale di Noit è, da autodidatta, ispirata dal Gagaku e stili operistici, fino a spaziare al canto bulgaro e gregoriano, l’avanguardia ed il pop. Fin da piccola è consapevole del potere viscerale della voce umana, uno strumento primordiale ed istintivo che ci collega all’essenza stessa dell’umanità, della natura, del nostro universo. Il suo percorso musicale inizia a sedici anni, durante un viaggio verso il luogo di nascita di Buddha in Nepal. Una mattina, mentre si trovava in un tempio femminile, si imbatté in una monaca che recitava canti buddisti, i cui suoni ultraterreni la commuovevano così intensamente. Da quel momento capì che cantare era la sua vocazione.
Brani come “Jomon” mostrano come Hatis Noit sia in grado di canalizzare l’energia feroce e dinamica del potere della cultura preistorica durante il periodo Jomon in Giappone. Sorprendentemente, tutte le tracce di “Aura” sono state create usando la sua voce, ad eccezione di “Inori”, per la quale l’artista ha registrato l’oceano a solo un chilometro dalla centrale nucleare di Fukushima, dove Noit era stata invitata per una cerimonia commemorativa che ha segnato il ritorno della popolazione locale nelle proprie case dopo lo tsunami del 2011.
Sala Vanni
Piazza del Carmine 14
Firenze
Inizio ore 21:15, prevendita 13 € + d.p
Biglietti in cassa (se disponibili): intero 20 €
Ridotto under 25: 16€
Maggiori informazioni e aggiornamenti
www.musicusconcentus.com