Lapsus Lumine feat. Vincenzo Vasi Lapsus a Schema Libero + MAT
in collaborazione con Musicus Concentus Firenze
Lapsus Lumine feat. Vincenzo Vasi Lapsus a Schema Libero
Marta Del Grandi, Sabrina Oggero Viale, Erika Sofia Sollo voci
Stefano Risso contrabbasso, composizione, arrangiamenti
Vincenzo Vasi voce, theremin, ukulele, flauto a naso, oggetti vari
Dalla vivace scena torinese arriva un trio vocale con contrabbasso. No, non è un gruppo di swing revival, ma un ensemble che gioca su tutt’altro: la voce come spazio di creatività linguistica, fonica, melodica, come colore e gioco. Ispirandosi al lavoro del compositore e scrittore Moondog, partendo da testi di canzoni preesistenti, da giochi verbali, dalla letteratura (Dante, Leopardi) o dal linguaggio quotidiano, il gruppo (che a volte include Ernst Reijseger e Jim Black) reinventa il gusto per la manipolazione del suono e del ritmo. Con l’ospite Vincenzo Vasi, mago ludico dei rumori e degli effetti, il gruppo si è trasformato in una sorta di gioco enigmistico (“a schema libero”, appunto), dove ogni brano è una sorta di indovinello, a riconoscere fonti letterarie, canzoni italiane (non solo jazz!), incastri verbali e riferimenti musicali.
MAT
Marcello Allulli sax tenore
Francesco Diodati chitarra
Ermanno Baron batteria
Tre musicisti, romani giovani ma ormai di consolidata esperienza, si ritrovano in un assetto – sax, chitarra, batteria – che guarda ai trii di Paul Motian. Un sound che, in assenza di contrabbasso, acquista una diversa ariosità, soprattutto se la chitarra tende a sfilacciarsi, ad aprirsi e a mutare continuamente di densità. Ma la musica di MAT, che dall’esperienza di Motian riprende anche un gusto per il ritmo sospeso e cangiante, è fondata su un approccio da jazz contemporaneo: che vuol dire un interesse più marcato per i suoni e i rumori, per striature di colori, per densità e astrazioni foniche; ma anche per groove ritmici robusti, accensioni di energia potente e un dialogo fitto, contrappuntistico tra gli strumenti. I ruoli di solista e accompagnatore si dissolvono e l’improvvisazione diventa il motore energetico della musica.