Giorno della memoria, Giani: “Il Treno toscano con gli studenti ripartirà il prossimo anno”
“L’esperienza del Treno della Memoria ripartirà il prossimo anno”. Ad annunciare il ritorno per la tredicesima edizione dell’iniziativa che ha visto la Toscana come prima Regione ad organizzarla è il presidente Eugenio Giani, in occasione del Meeting con le scuole che si è svolto questa mattina, nel Giorno della Memoria, al Cinema La Compagnia di Firenze.
“Il Covid ha purtroppo turbato i nostri piani, ma dall’anno prossimo torneremo ad organizzare il viaggio con gli studenti come abbiamo sempre cercato di fare”, ha sottolineato Giani che ha spiegato come “Il Treno della Memoria necessita di un’organizzazione e una programmazione di almeno 7-8 mesi e lo scorso anno vivevamo ancora una una situazione di incertezza riguardo all’andamento della pandemia”.
La stessa presenza oggi al Meeting di due sopravvissute, da bambine, all’inferno dei campi di sterminio nazisti come Tatiana Bucci e Lidia Maksymowicz dimostra quanto sia “importante – ha dichiarato il presidente – trasmettere alle giovani generazioni il senso della Memoria del momento più drammatico che l’umanità ha vissuto, quando si sterminavano per motivi etnici, religiosi, razziali, persone assolutamente innocenti e prive di qualsiasi profilo di responsabilità”.
“Sono il nazismo e il fascismo che ci hanno portato a questo e dal nazismo e dal fascismo dobbiamo stare tutti assolutamente lontani”, ha tenuto a sottolineare Giani, aggiungendo con lo sguardo rivolto all’attualità: “lontani anche da quei meccanismi che poi con il populismo, il sovranismo possono portare a prendere quella china che drammaticamente portò a episodi che oggi noi cerchiamo di tenere vivi con la memoria perché non accadano mai più”.
In apertura del Meeting, l’assessora all’istruzione e alle politiche per la Memoria mostra la sua soddisfazione per il ritorno nella manifestazione delle testimonianze dal vivo come quelle di Tatiana e Lidia. Il suo intervento si concentra sul senso del Giorno della Memoria: “Una giornata necessaria”. Perché, citando Primo Levi, “La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia”.
Di fronte ai timori espressi da Liliana Segre sui rischi che tra qualche anno della Memoria della Shoah resti solo una riga sui libri di storia, Nardini ha osservato: “Lo impediremo. La Toscana continuerà a lavorare incessantemente affinché sin tra le giovani generazioni la Memoria di ciò che è stato sia salvaguardata e promossa”.
“Il Giorno della Memoria serve – ha detto Nardini davanti ai 400 ragazze e ragazzi riuniti a La Compagnia e agli oltre 6mila che seguono in streaming – a rinnovare quella promessa, quel ‘mai più’, che l’umanità fece a se stessa dopo gli orrori del nazifascismo”. “Serve – ha insistito – perché dall’abbattimento di Auschwitz sono passate quasi otto decadi, ma leggiamo ancora notizie di giovani bullizzati, persone discriminate per la propria fede religiosa, la propria disabilità, il colore della propria pelle e la loro provenienza, il proprio orientamento sessuale o identità di genere”.
“Serve a confermare – aggiunge – l’impegno a proteggere le democrazie che ci sono state consegnate da chi ha lottato per la libertà fino a sacrificare la vita e a sviluppare su di esse società fondate su uguaglianza, rispetto, pari opportunità, inclusione, non discriminazione”. Una missione di cui “le giovani generazioni devono essere assolutamente protagoniste”, in quanto “sentinelle della Memoria”, come la senatrice Segre ebbe modo di rispondere ad una lettera di una bambina toscana. Ecco perché “è necessario coinvolgere le scuole, come facciamo anche quest’anno in Toscana, per ricordare i milioni di ebrei e, insieme a loro, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, disabili, internati militari, che i nazisti, con la complicità dei fascisti, hanno deportato e sterminato”.