RUGBY – I Cavalieri sarebbero Campioni d’Italia contro il Mogliano Veneto. Il TMO tradisce l’arbitro padovano
PRATO – Si ferma sulla via di Damasco il sogno scudetto dei Cavalieri Prato. Il giudice del TMO (Television Match Official), Carlo Damasco, infatti, all’ultimo secondo non è riuscito a vedere che la palla ovale era stata schiacciata dal pratese Roan proprio sulla linea di meta (nella foto tratta dalle immagini Rai: le linee blu sono le direttrici di linea di meta e palo, il punto bianco indicato dalla freccia gialla nel cerchio rosso è la punta dell’ovale). Azione decisamente non facile da vedere e da valutare in pochi istanti e, nella concitazione e nella tensione del momento, decisione decisamente difficilissima da prendere e l’errore ci può stare. Ma, sicuramente, non è “corta” come Damasco ha indicato all’incertissimo arbitro Vivarini di Padova. Infatti, la palla non tocca terra prima di essere schiacciata sulla linea. Al massimo, Damasco avrebbe potuto dire che non si vedeva sancendo lo stesso la vittoria del Mogliano, ma dire che era “corta” proprio no.
Resta, quindi, l’amaro per i Tuttineri di De Rossi e Frati, i quali salutano con una sconfitta davanti al pubblico amico del Chersoni i propri tifosi. L’anno prossimo, infatti, non dirigeranno più l’armata laniera. La vittoria per 16-11, comunque, è pienamente meritata dal Mogliano che, forse, ci ha creduto di più. Di contro, i Cavalieri hanno giocato al di sotto delle proprie aspettative sia per la pressione, sia per la non difesa di Mogliano che ha spesso messo in difficoltà i pratesi. Troppi errori a causa di poca lucidità nella testa dei Cavalieri e Mogliano che, invece, attacca per tre volte e per tre volte va in meta (una annullata dal TMO: bravo Tempestini a portare fuori Onori prima che schiacciasse in meta).
Onore, comunque, ai Cavalieri che anche quest’anno hanno regalato una stagione molto emozionante ai propri tifosi che avrebbe avuto un esito diverso se il Prato avesse giocato come sa e se l’arbitro Vivarini avesse avuto il coraggio di assegnare una meta tecnica nell’ultima azione (sono stati ben tre i falli che hanno impedito ai Cavalieri di segnare) e di affidarsi ai propri occhi.
ARBITRI VENETI COME IL MOGLIANO – Il rugby non è il calcio e c’è grande rispetto, ma a volte nelle decisioni arbitrali psicologicamente parlando può incidere anche la propria identità (basti pensare ai placcaggi alti non sanzionati e al pericolosissimo placcaggio al collo di Ceccato ai danni di Vezzosi meritevole del cartellino rosso diretto). Grossa tirata di orecchie, quindi, alla FIR (Federazione Italiana Rugby). Come si fa a far dirigere una finale scudetto tra una formazione di Prato e una di Mogliano Veneto (provincia di Treviso) a una terna interamente composta da veneti? L’arbitro Vivarini, come detto, è di Padova, gli assistenti Mitrea e Franzoi sono rispettivamente di Treviso e Venezia. A questi si aggiungono il vicentino Cusano come quarto uomo e, unico non veneto, il partenopeo Damasco.