LUCCA – La Scuola IMT chiude in positivo il bilancio 2020
La Scuola IMT Alti Studi Lucca chiude il bilancio 2020 con soddisfazione e un atteggiamento positivo e propositivo di crescita, guardando con energia al futuro. L’immagine riflessa nei numeri è quella di una Scuola sana e, in virtù di questa salute, quella di un’istituzione che vuole e può crescere nel panorama di riferimento scientifico-culturale nazionale e internazionale.
Anche per l’anno appena trascorso, il bilancio ha infatti registrato un leggero utile, segno di un andamento positivo continuativo e costante. E la buona salute della Scuola è data principalmente da due indicatori: il rapporto tra la spesa per il personale e il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che, già positivo negli anni precedenti, registra un ulteriore miglioramento rispetto allo scorso anno, e l’indicatore di sostenibilità economico finanziaria, anche questo con segno positivo sull’anno precedente. A ciò va aggiunto, lato entrate, un incremento della quota dell’FFO che deriva principalmente dalla Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR), alla base dell’attribuzione della quota premiale: si tratta di 166mila Euro a cui si sommano altri 116mila derivanti dall’assegnazione dei fondi per il Piano straordinario 2020 per il reclutamento di giovani ricercatori.
Parere positivo, dunque, da parte del Collegio dei Revisori dei Conti che nella loro relazione al bilancio hanno espresso particolare soddisfazione sull’efficacia e l’efficienza della Scuola nell’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal MUR: 250 mila euro per fondi emergenziali e altri 250 mila euro per il miglioramento delle infrastrutture informatiche che sono andati a coprire iniziative volte a incrementare la sicurezza dei luoghi di lavoro e di studio e l’acquisizione di dotazioni tecnologiche dedicate ad allievi e docenti per migliorare la qualità delle lezioni a distanza e delle riunioni in forma mista. “Mi preme sottolineare, oltre all’ottimo stato di salute della Scuola, l’efficienza della catena decisionale, che si riflette sull’efficienza dell’azione amministrativa.
Esiste un’ottima sinergia tra momento di scelta politica e momento di attuazione che conferma l’immagine – la realtà – di una Scuola che funziona”, ha detto il Direttore Amministrativo Giulio Bolzonetti. Salute economica, sicurezza fisica, upgrade tecnologico, sono concetti che assumono necessariamente un significato ancora più importante alla luce dell’anno trascorso e dell’emergenza che ancora stiamo vivendo: il 2020 e questi primi mesi del 2021 continuano a essere tristemente protagonisti di una pandemia ancora causa di una grave situazione di disagio nelle attività di studio e ricerca. In questo senso, la salute economica della Scuola si è riflettuta virtuosamente su una sua più ampia salute effettiva – e su quella di ogni suo singolo componente, dagli studenti al personale docente a quello tecnico amministrativo. Grazie all’introduzione di nuove norme e soluzioni anti contagio che hanno permesso una prosecuzione costante del lavoro in generale e della didattica e della ricerca in particolare, la Scuola non ha chiuso neanche un giorno.
Fin dall’inizio della pandemia, la discussione delle tesi è avvenuta in sessioni telematiche individuali che hanno coperto ogni periodo dell’anno, in base alle singole esigenze di allieve e allievi. Ancora più importante, sono state istituite le cosiddette Supporting Fellowships, misure di finanziamento uniche in Italia che garantiscono agli allievi dell’ultimo anno un sostegno economico prolungato di cinque mesi per concludere in serenità il lavoro di tesi rallentato dalla pandemia. Ciascun allievo della Scuola, inoltre, grazie all’acquisizione di alloggi esterni, ha avuto la possibilità di stare in stanza singola garantendo il massimo grado di sicurezza possibile: non è un caso che fino a oggi alla Scuola non si sia registrato neanche un caso di positività al virus da Covid-19. Un bilancio positivo è premessa indispensabile per il proseguimento del cammino della Scuola, una delle sei a ordinamento speciale del nostro Paese che offre un Dottorato di ricerca unico nel panorama italiano, improntato a un modello interdisciplinare e internazionale della durata di quattro anni – volendo completabile a tre, secondo la cosiddetta innovativa formula “Quattro meno uno” che consente agli allievi di addottorarsi un anno prima per eventuali esigenze professionali, con una flessibilità che favorisca l’ingresso nel mondo del lavoro. Il tutto all’interno di una cornice di Campus – quello di San Francesco – che ben lungi dall’essere mero per quanto splendido contenitore, corrisponde nel concreto a una volontà e un atteggiamento didattico-formativi precisi: quelli dello scambio, della già citata interdisciplinarietà, del contatto docente-discente finalizzato al nutrimento e alla nascita delle idee. Il contesto perfetto per proseguire sulla strada dell’internazionalizzazione che caratterizza la Scuola fin dalla sua fondazione attraverso il programma dei Visiting Professor, che permette di avere “in casa” per periodi di insegnamento, studiosi provenienti da prestigiose istituzioni straniere, alternandosi con la sede di provenienza.
E sempre dal proficuo scambio dei saperi e dalla cooperazione nascono importanti progetti condivisi con altre università e istituti come il Dottorato congiunto in Data Science, di cui la Scuola IMT è partner fondatore assieme a Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa e CNR o – fra gli altri – il Master di II livello in Data Science and Statistical Learning in collaborazione con il Florence Center for Data Science dell’Università degli Studi di Firenze.
“La salute finanziaria della Scuola, a valle di un anno di grande criticità planetaria, ci consente di procedere senza indugi nell’attuazione dell’ambizioso Piano di Programmazione varato all’unanimità lo scorso dicembre. Un piano che prevede il potenziamento del corpo docente e ricercatore, come pure il consolidamento indispensabile del braccio amministrativo, accanto a strategie volte a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo accademico e della ricerca” ha commentato il Prof. Pietro Pietrini, Direttore della Scuola, aggiungendo “Una Scuola che guarda al futuro con l’effervescenza del vento primaverile”.