Confindustria, sottoscritto nuovo contratto nazionale lapidei
"In primo piano sicurezza e welfare, approccio positivo"
Un contratto collettivo nazionale moderno, attento in primo luogo alla sicurezza e al welfare, quello del settore lapideo appena sottoscritto dalle rappresentanze delle imprese – Confindustria Marmomacchine e Anepla – e dai sindacati Feneal-UIL, Filca-Cisl e Fillea-CGIL.
Le trattative, alle quali anche Confindustria Toscana Nord ha preso direttamente parte, hanno chiuso per il livello C con un aumento di 97 euro, che verrà erogato nel corso del triennio in tre tranche, l’ultima delle quali a gennaio 2022.
Ma il tratto caratterizzante del nuovo contratto va al di là del dato economico e consiste in istituti nuovi o potenziati in tema di sicurezza e welfare.
“Lo sforzo economico che graverà sulle imprese con il nuovo contratto è consistente – commenta Fabrizio Palla, presidente della sezione Lapidei e varie di Confindustria Toscana Nord -. Non è un momento ottimale per il settore: nel nostro territorio la produzione del primo semestre 2019 ha segnato -3,5% rispetto allo stesso periodo del 2018 e anche le previsioni a breve termine non promettono recuperi significativi. Gli incrementi retributivi previsti comporteranno 1.144 euro aggiuntivi per ogni dipendente, più di quanto si prefiguri come aumento dell’inflazione. Tuttavia l’aspetto saliente del nuovo contratto è dato dall’impegno che le imprese si sono assunte per previdenza e sanità integrative, con un incremento dei contributi dedicati, e per la sicurezza. Per quest’ultima le imprese erogheranno 4,25 euro mensili a lavoratore che, confluendo in un fondo apposito, consentiranno di implementare le attività di prevenzione antinfortunistica a favore dei dipendenti. Come imprese della provincia di Lucca già dal 2000 avevamo approvato l’istituzione del ‘Fondo Mutualistico Marmo’, in pratica una copertura assicurativa gratuita per gli infortuni anche extraprofessionali. Il Comitato Paritetico Marmo, nel quale siamo presenti assieme ai sindacati, all’inizio di quest’anno ha migliorato la copertura assicurativa con un incremento dell’investimento sul Fondo. Che anche il contratto collettivo nazionale sia così attento a questi temi conferma che nell’investire in sicurezza avevamo visto giusto.”
Il CPM-Comitato Paritetico Marmo di Lucca è costituito da Confindustria Toscana Nord e dai sindacati Feneal-UIL, Filca-Cisl e Fillea-CGIL della provincia; conta oltre 100 aziende iscritte con circa 1000 addetti del settore cave e trasformazione. Nel 2018 sono stati formati 229 addetti in 22 corsi sulla sicurezza, un dato in linea con quello dell’ultimo quinquennio che ha visto l’organizzazione di corsi per i più vari aspetti, dall’aggiornamento di responsabili e preposti al primo soccorso, dall’antincendio ai lavori in quota, dalla formazione per specifiche figure del settore alla movimentazione dei materiali. CPM collabora anche, assieme a Confindustria Toscana Nord, con ASL e INAIL, in tavoli aperti per la definizione di linee-guida che consentano di ottimizzare processi e comportamenti ai fini della sicurezza; un’attività, questa, in cui CPM porta anche le conoscenze maturate nell’attività di studio che conduce da anni.
L’impegno per la sicurezza del settore lapideo versiliese fa sentire effetti benefici nell’andamento delle denunce di infortunio, che nell’ultimo quinquennio sono in sensibile calo (da 70 nel 2014 a 62 nel 2018) e che non hanno registrato infortuni mortali. Dati, questi, che pongono il settore lapideo della provincia di Lucca a un livello particolarmente virtuoso a livello nazionale.
“Su questi argomenti non si può mai essere soddisfatti: anche un solo infortunio giustificherebbe ogni sforzo migliorativo – conclude Palla -. Tuttavia ci sentiamo incoraggiati a proseguire sulla strada che abbiamo intrapreso da anni e che il nuovo contratto aiuterà a rendere più efficace.”
In provincia di Lucca il settore lapideo conta, fra estrazione e lavorazione di marmo e pietre, 322 aziende con 1.725 addetti e un valore della produzione di quasi 500 milioni, di cui 145 milioni rappresentati da export.