Contrasto agli stereotipi di genere, premiati i vincitori del concorso delle università toscane
Ieri la cerimonia di premiazione del concorso per tesi di laurea e pubblicazioni scientifiche “Analisi e contrasto degli stereotipi di genere”, riservato alle studentesse, agli studenti, alle dottoresse e ai dottori di ricerca delle università toscane.
L’evento si è svolto nell’Aula Magna dell’Università per stranieri di Siena, alla presenza di Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, Vincenzo Cataldi, rettore di Unistrasi, e di Monica Pugnalini, presidente della commissione regionale Pari Opportunità.
Giunto alla terza edizione, il concorso è nato dall’impegno della Regione Toscana, della Commissione regionale Pari Opportunità e degli Atenei toscani (Università di Firenze, Pisa e Siena, Scuola Superiore Normale di Pisa, Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pisa, Università per Stranieri di Siena, Scuola Imt Alti Studi di Lucca) per contrastare e, al tempo stesso, sostenere lo studio del superamento degli stereotipi di genere che possono presentarsi in modi e forme diversi: nei testi scolastici e scientifici, nella comunicazione politica, nella pubblicità e più in generale nei luoghi di lavoro.
Gli stereotipi di genere – sottolinea Monica Barni – si presentano in modi diversi nella nostra vita quotidiana. E’ necessario un cambiamento culturale, possibile solo partendo dall’educazione e dalla sensibilizzazione delle giovani generazioni, dai primissimi anni di vita. Per questo motivo è importante anche conoscere a fondo il fenomeno, studiandolo scientificamente. E il concorso, frutto di un accordo della Regione Toscana e della Commissione regionale pari opportunità con i sette atenei toscani, va proprio in questa direzione. Il successo di questa iniziativa ci conforta nel proseguire con il nostro impegno.
Pietro Cataldi, rettore dell’Università per stranieri di Siena, sottolinea l’importanza e il valore di questa iniziativa, “che si prefigge di combattere in modo concreto una delle ferite dalle quali l’umanità fa fatica a liberarsi, la ferita di genere, insopportabile retaggio della società patriarcale. Liberarsene vuol dire ragionare sugli stereotipi che condizionano e viziano i nostri discorsi e la nostra mentalità, sui piccoli gesti simbolici, perché è da questi che poi si sviluppano dinamiche di violenza e di infelicità”.
“Vorrei esprimere la mia personale soddisfazione e quella della Commissione pari opportunità della Regione Toscana – afferma Monica Pugnalini – per aver contribuito alla realizzazione del premio. Una soddisfazione legata anche al grande successo del bando, che ha visto arrivare domande di partecipazione anche da fuori regione, e alla levatura delle tesi proposte dagli studenti, che hanno fornito una solida base scientifica per approfondire e contrastare il fenomeno degli stereotipi di genere”.
Il concorso ha coperto gli anni accademici 2016-17, 2017-18 e 2018-19 e i giovani che hanno partecipato si sono occupati del tema nelle loro tesi di laurea magistrale da diversi punti di vista e ambiti disciplinari: dalla letteratura, al diritto, alle scienze della formazione, alla psicologia, alla sociologia, all’economia.
Premiati cinque studenti dell’Università di Firenze (Letizia Scrobogna, Marta Baroncelli, Camilla Ciappei, Viola Gaba, Francesca Rossini), tre studenti dell’Università di Siena (Debora Aidoo Natasha, Cinzia Moro, Monica Fasitta) e due dell’Università di Pisa (Margarita Rueda Vallejo Natalia e Antonio De Nizza).
Ogni studente riceverà un premio di 1000 euro e i loro lavori, come gli altri anni, andranno ad arricchire la biblioteca regionale di Palazzo Cerretani in piazza dell’Unità a Firenze, dove già esiste una sezione dedicata al contrasto agli stereotipi di genere.
Per i tre anni accademici la Regione ha messo a disposizione 45mila euro. Quest’anno è cresciuto sia il numero delle domande presentate (23), sia la qualità dei lavori – come sottolineato dalla commissione di valutazione -, sia l’interesse: nonostante il regolamento non consenta la partecipazione a studenti di università di altre regioni, alcune domande sono arrivate da fuori Toscana, segno evidente che l’iniziativa ha avuto una eco di respiro nazionale.