AREZZO – Onde elettromagnetiche o semplice disturbo nervoso?
Sarà questa la domanda cui dovrà arrivare una risposta dalla Procura di Arezzo dopo la deposizione di un esposto di querela rivolta ad una delle maggiori compagnie di telefonia del Paese.
A presentare l’esposto una cinquantenne residente a Talzano, la cui abitazione si trova a meno di cento metri da una gigantesca antenna che irradia segnali a cellulari ed a reti ADSL che, secondo la versione della donna, le starebbe creando numerosi disagi: sarebbe infatti a causa della presenza dell’antenna che avrebbe iniziato ad avvertire i sintomi della “Sensibilità Chimica Multipla“ – patologia di per sé dubbia e controversa che alcune delle maggiori società medico scientifiche imputerebbero più a ragioni psicologiche di tipo somatoforme con forti componenti di stress ed autosuggestione.
La malattia le sarebbe stata diagnosticata al Policlinico Umberto I di Roma, dove i sintomi riscontrati dai medici sarebbero stati svenimenti, difficoltà respiratorie, cefalee ed eruzioni cutanee; abbastanza per cambiare radicalmente la vita della donna, ex insegnante riformata perché, racconta, non più in grado di lavorare a contatto di computer o cellulari, incapace di sentirsi al sicuro anche nella propria abitazione, dove la donna sarebbe costretta ad indossare mascherine e protezioni nonostante la schermatura verso l’esterno effettuata nell’appartamento.
Seguita da due avvocatesse tramite le quali la donna avrebbe richiesto un risarcimento ingente alla compagnia telefonica, sarà invece il Sostituto Procuratore Marco Dioni a doversi pronunciare sul caso, che sarà probabilmente esemplare, in futuro, vista la crescita nel nostro Paese del numero di diagnosi di presunta Sensibilità Chimica Multipla.