TAVANTI’S CORNER – Fiorentina Genoa: 6 gol e 60 simulazioni
In una domenica pomeriggio dal cielo terso e temperatura primaverile, il dilemma si pone con prepotenza: portare la famiglia al “Carnevale dei bambini di Vitolini” oppure andare allo stadio a fare la cronaca della Fiorentina?
Per fortuna il cane non può essere considerare figlio e il cerchio delle possibilità si stringe.
Prima del match, sul prato verde del Franchi campeggia uno striscione con scritto “vinciamo insieme la partita contro la lebbra” e subito la mia mente mi riporta a quella magnifica vacanza in Angola di 5 anni fa… e se a questo aggiungiamo che sto vincendo in ben due fantacalci, devo prendere solo atto che esistono tutti i presupposti per una domenica calcistica indimenticabile.
PRIMO TEMPO – Nei primi minuti Ilicic decide che essendo il suo 29esimo compleanno, sia giusto rendere partecipi della festa anche gli avversari e regala una palla a centrocampo che rischia di trasformarsi in un pericoloso contropiede e l’altruista Simeone stabilisce che sia il caso di contraccambiare non sfruttando l’occasione.
Ritmo floscio, sono più i tentativi di cercare punizione inesistente da parte di entrambe le squadre che la voglia di costruire un gioco sensato. Al 13esimo è Chiesa che cade a terra cose se fosse stato colpito in pieno da Alessio Di Chirico ma Orsato non presta attenzione, anche perché in quel momento stava dissertando con il guardalinee in merito alla carenza di olio buono in quest’annata.
Quando tutto procede con flemma inesorabile, ecco il GOL !!!!! E chi segna?? ILICIC !
In realtà si trattava del classico cross al centro, che però non viene raccolto da nessuno e la palla rimbalza circa venti volte prima di insaccarsi alla destra di Lamanna che invece di essere triste, sorride e guarda lo Sloveno pronunciando chiaramente la parola “Auguri”.
Neanche il tempo di spiegare allo spaesato 72 gigliato che il suo cross si è trasformato in gol, che ci prova sempre Chiesa da posizione angolatissima colpendo la traversa e facendo irritare l’estremo difensore rossoblu che stavolta inveisce con un “a te tocca il 25 ottobre”.
Sarebbe legittimo aspettarsi un cambio di ritmo, invece tutto ritorna come nei primi istanti e tra simulazioni e tiri da fuori area che vanno a colpire le macchine parcheggiate a Campo di Marte, ci si avvia alla fine del primo tempo. L’unica emozione degna di nota vede protagonista sempre il buon Ilicic che prova con una punizione dal limite senza fortuna. Finisce la prima frazione di gioco ed è sempre bello veder socializzare avversari sul campo quando il gioco è fermo, come accade a Pinilla che si avvicina all’autore del gol mentre è diretto agli spogliatoi ed esclama “davvero 29? Te ne davo 41”.
SECONDO TEMPO – Durante la pausa,un corteo guidato da ben 4 maschere e seguito da una trentina di suonatori si esibisce in quello che da l’impressione di essere uno degli spettacoli più tristi della storia del Carnevale, tant’è che si levano pianti di alcuni bimbi presenti sugli spalti ed uno di essi urla straziato al padre “perché non mi hai portato a Vitolini??”.
Il match riprende e con esso il ritmo soporifero, ma in fondo sono i punti che contano.
Giusto per fare qualcosa, Burdisso decide di dare una gomitata in testa a Kalinic totalmente gratuita a metà campo, in cerca della seconda ammonizione che lo condurrebbe negli spogliatoi e quindi alla libertà di andare a casa a vedere le TV, ma Orsato è di un ‘altro parere e fa capire che ci vuol ben altro.
Ma cosa succede? Al 6′ ecco Chiesa che effettua un tiro teso da fuori area imprendibile per Lamanna e insacca il 2 a 0! La gioia maggiore deriva dal fatto che il giovane 25 Viola è nato a Genova e segnare contro la squadra della città che ti ha dato i natali aggiunge sempre un pizzico di euforia.
Dopo pochi minuti è la volta di Ilicic che lanciato da Kalinic si trova a 4 metri dalla porta ma ottiene solo un corner, dal quale si sviluppa una nuova azione che stavolta vede Borja Valero arrivare alla conclusione bloccata dal portiere genoano. Finalmente qualcosa si muove e i ritmi si serrano. Applausi sinceri si levano dalla Fiesole ad incitare i propri beniamini.
E’ il 13esimo e da un’azione come tante, nasce il gol del 2 a 1 siglato da Simeone anche se la cosa più strana è che nessuno esulta sugli spalti e inizialmente non lo fa neanche la tifoseria genoana, tant’è che tutti si guardano intorno chiedendosi cosa sia successo. Per fortuna esistono le APP e dallo smartphone si capisce che il gol è regolare. Il tempo di fare qualche timido commento ed ecco che al 15esimo Hiljemark segna il gol del pareggio sul filo del fuorigioco! A niente servono le proteste dentro e fuori dal campo in merito alla presunta irregolarità. Lo stadio si gela. Cala un silenzio preoccupante perché mai come adesso la squadra di casa passa dalle stelle alle stalle in così poco tempo. Mentre cerco di scrivere la cronaca degli accadimenti, ecco che Bernardeschi (subentrato a Badelj nella ripresa) fa un assist vincente a Kalinic che riporta in vantaggio la Fiorentina dopo neanche 3 minuti.
Questo è troppo: mi alzo e inveisco contro i giocatori minacciando di bucare loro le gomme del Pullman se non abbassano i ritmi perché non riesco a stargli dietro.
Mi ricompongo, mi asciugo la schiuma formata ai lati della bocca e mi rimetto a digitare. Al 20esimo, quindi dopo solo altri 2 minuti, Federico Chiesa va vicino alla doppietta e mentre lo fulmino con lo sguardo si gira a chiedere scusa alla tribuna giornalisti.
Le simulazioni diventano falli veri, lo stadio si infiamma, urla di dissenso volano in direzione dei giocatori e del direttore di gara. La più grave delle offese riguarda un malefico auspicio relativo alle gonadi di Orsato.
Finalmente qualche minuto di tranquillità mi dà modo di sorseggiare il mio punch caldo al tamarindo e gustare l’uscita dal campo di Ilicic acclamato dalla folla che saluta anche l’entrata di Cristoforo.
Al 30esimo un calo di zuccheri coglie Kalinic alla trequarti e Orsato, a pochi centimetri, fischia inesorabile la punizione. Niente di fatto e il gioco riprende. E’ ancora Chiesa, particolarmente ispirato, che recupera una palla difficilissima coprendo 100 metri inpochi istanti,ma lo sforzo fisico lo sfinisce e nel tentativo di superare l’ultimo difensore, dribbla anche se stesso e si fa pure fallo. Ebbene si, tutto da solo riesce ad infortunarsi ma decide di rimanere in campo nonostante l’evidente distorsione alla caviglia subita. I tifosi viola lo osannano per la sua tenacia, come gli antichi romani inneggiavano a Spartacus: speriamo solo che lo aspetti un destino diverso.
Lazovic prova a fondare dalla destra quando Olivera che si vede superare, decide di trattenerlo per la maglia con così tanta forza che questa da “L” diventa “XXL”. L’azione porta ad un concitato batti e ribatti finché nel caos la palla rimbalza nella mano di Bernardeschi che viene espulso causando pure rigore. Batte Simeone e segna il pareggio, mentre Sportiello segna il suo esordio in maglia viola subendo 3 gol. Voci si levano sconsolate e unanimi: “mai una gioia”.
Tutto da rifare per la squadra di casa, ma la tendenza sembra essere invertita ed è il Genoa a fare la partita costringendo Astori ad un fallo da ammonizione su Simeone autore di una doppietta che vale 5 punti di bonus al fantacalcio.
I 4 miunti di recupero non sono sufficienti a mutare il risultato e a partita finita anche la mia mente torna ai quesiti di circa due ore prima… “quale sarà stata la maschera più gettonata al Carnevale di Vitolini”?