Verde privato, l’allarme di Confagricoltura: ‘Un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino’

Verde privato: l’allarme di Confagricoltura “Un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino”. Mati: “Costi alti e nessun incentivo fiscale per chi preferisce il verde al cemento”

“Un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino, lasciandolo in stato di abbandono oppure, laddove possibile, pavimentandolo.” E’ la stima di Confagricoltura Toscana che con Francesco Mati, vicepresidente di Confagricoltura Pistoia e presidente del Distretto Vivaistico pistoiese lancia l’allarme: “E’ triste che in un Paese cosiddetto ‘sviluppato’ siamo ancora in attesa di vedere approvati provvedimenti in grado di favorire lo sviluppo del verde privato. Oggi chi decide di ristrutturare casa, istallare zanzariere, sostituire pavimenti ha la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali mentre chi desidera riqualificare il proprio giardino va incontro a spese da beni di lusso spesso insostenibili che lo costringono ad abbandonare ogni cura al verde con il conseguente abbandono del proprio giardino. Laddove possibile al giardino si sostituisce il cemento con buona pace di tutti i discorsi fatti per difendere l’ambiente.”

Alla Camera dei Deputati è in discussione un disegno di legge in materia di misure di agevolazione fiscale per interventi di «sistemazione a verde» per ristrutturare giardini privati e condominiali.

“E’ importante velocizzare un iter parlamentare che rischia di affossarsi come già avvenuto in a passato  – spiega Mati – questa volta però siamo decisi a utilizzare ogni strumento a nostra disposizione perché passi una legge non più prorogabile. Garantire incentivi al verde privato non è soltanto un segno di civiltà ma significa portare tutta una serie di utilità alla comunità che non si registrano in altri settori.

Oggi invece questo settore che potenzialmente potrebbe arrecare infiniti benefici all’ambiente e all’economia, è costretto a misurarsi sempre più con la crisi e con un esercito di giardinieri a nero che rischiano di far estinguere la professione.

Aiutare chi vuole sistemare il proprio giardino – conclude Mati – significa migliorare l’ambiente, aumentare l’occupazione, incrementare il gettito fiscale, permettere lo sviluppo di nuove figure professionali come il garden designer, tutelare nelle nostre città spazi di biodiversità, aumentare il consumo interno di piante e di conseguenza rilanciare tutto il settore vivaistico. Significherebbe in poche parole dar seguito in concreto a tutta una serie di prerogative che ogni Paese si pone ma che in Italia stentano ancora a decollare.”

 

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