MOBY PRINCE, omissione di soccorso dei militari USA?
LIVORNO – La notte del 10 aprile di 22 anni fa, la collisione tra il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo costò la vita a 140 delle 141 persone a bordo della nave passeggeri. Quella notte, una misteriosa nave lascia alcune tracce radio nelle registrazioni col nome in codice Theresa. Secondo una perizia condotta da esperti consultati da Angelo e Luchino Chessa, figli del comandante del traghetto Ugo, Theresa non è altro che il Gallant II, nave militarizzata Usa che, probabilmente, stava trasportando armi per la base di Camp Darby.
«Dalle nostre comparazioni – spiega Gabriele Bardazza, l’esperto nominato dai Chessa – si evince che Theresa è il Gallant II, una delle navi militarizzate che quella notte erano impegnate nel trasporto di armi presso la base di Camp Darby. Resta da capire il motivo per cui il comandante abbia ritenuto di non utilizzare via radio il proprio identificativo, ma un nome in codice, come resta da spiegare il fatto che i periti del tribunale non si siano mai preoccupati di analizzare a fondo le registrazioni per chiarire chi fosse Theresa, nonostante nel processo di questa nave fantasma si sia parlato a lungo».
Il lavoro di Bardazza e dei suoi collaboratori, di cui ha riferito ieri il Corriere della Sera, ha messo a frutto, grazie alle nuove tecnologie a disposizione, ciò che negli atti processuali era già indicato da anni. Come un’enorme lente di ingrandimento utilizzata per scovare dettagli finora inesplorati e che potrebbero gettare nuova luce sul più grande disastro della marineria civile italiana. Il lavoro di ottimizzazione del suono sulle registrazioni ha permesso di dare un nome alle voci della Theresa: a parlare fu il capitano Theodossiou del Garland II. Se i magistrati l’avessero scoperto in tempo, Theodossiou avrebbe potuto fornire una testimonianza che avrebbe potuto trovare un colpevole alla tragedia del Moby Prince.
Alle 22:49, 35 minuti dopo lo scontro tra il traghetto e la petroliera, Theresa dette notizie di sé: “This is Theresa, this is Theresa for the ship one in Livorno anchorage, I’m moving out, I’m moving out!”, ossia “Theresa chiama la nave uno all’ancora nella rada di Livorno, mi allontano, mi allontano!” (ascolta qui la registrazione). 22 anni dopo è stato svelato il mistero di Theresa.
Inoltre, la collissione, secondo Bardazza, ci fu perché il Moby Prince stava rientrando in porto: «dal punto in cui si trovava alla fonda la petroliera e che le stesse carte processuali collocano nel triangolo vietato all’ancoraggio e alla pesca [si dimostra] che il traghetto le è finito addosso non durante la navigazione in uscita dal porto, ma durante una rotta di rientro».
Infine, ci sarà da fare piena luce sulle manate rinvenute sulle auto carbonizzate nella stiva. Secondo la Procura livornese furono lasciate dai soccorritori nelle ore successive all’incendio, ma un video dei Vigili del Fuoco girato durante il primo accesso a bordo dimostrerebbe che le impronte erano già ben visibili (vedi qui le foto tratte dal video dei pompieri). Perciò, con ogni probabilità, le persone a bordo hanno resistito molto più a lungo di quanto sostenuto finora. Se fosse intervenuta, Theresa/Gallant 2 avrebbe potuto salvare qualcuno?