SIENA – Nero su Bianco: ‘Silenzio su esternalizzazioni MPS’
Circa un mese fa, 660 dipendenti di MPS hanno formalizzato l’uscita anticipata dal servizio con l’adesione al Fondo di Solidarietà, andando a sommarsi agli altri 1000 che già avevano intrapreso questa strada. L’uscita dal servizio dei 660 dipendenti MPS semplicemente non fa notizia. In queste settimane, le luci della ribalta sono concentrate sugli aspetti giudiziari della vicenda MPS. Sindacati a parte, nessuno ha speso una parola per restituire visibilità al quadro generale. Noi riteniamo invece che non si possa allentare il livello di attenzione su questi temi.
I NUMERI. I provvedimenti di esternalizzazione, al pari di altri provvedimenti contenuti nel Piano Industriale, hanno come scopo dichiarato la riduzione dei costi.
Lo ha ricordato anche dall’AD Viola in una lettera inviata ai dipendenti dopo la pubblicazione dell’ultimo bilancio. In origine, le esternalizzazioni proposte dalla Banca erano 2360, poi ridotte a 1100 con i rimanenti 1260 dipendenti dirottati verso il Fondo di solidarietà sostenuto dai lavoratori. Ad oggi, sono complessivamente in 1660 ad aver scelto questa ultima via. Questa adesione al Fondo, nettamente superiore alle attese, lascia intendere che vi sia spazio per una cospicua riduzione delle esternalizzazioni previste, in misura almeno direttamente proporzionale. Inoltre, forte del risultato ottenuto con la collaborazione fattiva e responsabile dei dipendenti, Banca MPS può adesso utilizzare altre leve per tornare alla produttività.
UNO STRUMENTO, MA NON L’UNICO. A fronte delle riscontrate voragini di bilancio, causate da note operazioni finanziarie poste in essere da precedenti gestioni ed oggi all’attenzione della Magistratura, la riduzione dei costi del personale è infatti solo uno degli strumenti a disposizione del MPS per tornare alla produttività. Uno strumento, peraltro, il cui impatto pacificamente non è tale da portare ad una significativa riduzione del disavanzo, neanche in prospettiva. La forte adesione al Fondo consente di ritenere raggiunta una parte degli obbiettivi di contenimento dei costi del personale, grazie all’impegno economico diretto dei dipendenti stessi. In un’ottica di riconciliazione della Banca con la Città, per la quale riteniamo sia giusto impegnarsi in ogni ambito, crediamo vi sia modo e spazio per concentrarsi sulle misure di contrasto ad altri ben più gravi e annosi problemi ereditati dalle precedenti gestioni.
Il primo esempio è quello dei crediti deteriorati (circa 17 miliardi, con percentuale di copertura del 38,4%), per proseguire con il denunziato eccesso di consulenze e con tutte le altre criticità rilevate e che meritano di essere emendate. Allo stesso modo, crediamo utile e necessario per la Città e per i dipendenti che la Banca renda partecipe la collettività di ogni profilo attinente alla road map del rilancio, con particolare attenzione ai punti programmatici volti all’incremento dei guadagni e della produttività. Attendiamo per esempio di conoscere l’evoluzione del progetto di insourcing, che dovrebbe riportare all’interno del perimetro quelle lavorazioni di back office in precedenza appaltate a società esterne.
fonte: Nero su Bianco