LA LETTERA – A Livorno minacce e sputi a bimbi juventini

Livorno-Juventus
Livorno-Juventus (settore ospiti)

LIVORNO – Una lettera inviata alla redazione di TuttoJuve.com nella quale un tifoso bianconero, tale Gianluca Enzini, denuncia “alcuni episodi di una mostruosa inciviltà verificatisi ieri (domenica, ndr) a Livorno durante la partita con la Juventus e di cui sono stato testimone oculare”. Nella missiva, il tifoso juventino racconta che “nel settore parterre di gradinata centrale hanno trovato posto molte famiglie di tifosi juventini, ma anche di tifosi misti, che sono stati per tutta la partita minacciati verbalmente e fisicamente dagli abbonati del settore gradinata, distante pochi metri in linea d’aria. In particolare al gol di Llorente una famiglia con bambini di 8/10 anni è stata fatta oggetto di lancio di bicchieri e sputi, insulti e minacce dagli animali posti a pochi metri da loro, costringendo il padre a portare via i figli letteralmente scioccati ed in lacrime. Ne è seguita litigata fra i presenti nel parterre (per la maggioranza comunque tifosi del Livorno) e le dette bestie abbonate le quali non hanno trovato meglio che sbraitare anche contro i tifosi del Livorno occasionali, accusandoli di farsi vedere solo contro la Juve e dicendo loro che non dovevano andare allo stadio. Roba da pazzi”.

Livorno-Juventus
Livorno-Juventus (Curva Nord)

Domenica mi trovavo all'”Armando Picchi” di Livorno a vedere la partita insieme a mia moglie. Abbiamo deciso di non usufruire del classico accredito stampa, ma di vivere la partita in mezzo ai tifosi. Abbiamo acquistato, quindi, due biglietti per la gradinata parterre, proprio sotto la gradinata interamente occupata da tifosi del Livorno. Appena arrivati, nonostante il biglietto nominale con tanto di posto a sedere assegnato, siamo stati accolti da un gran caos. Sicuramente in quel settore erano entrate persone senza biglietto perché era già pieno come un uovo a 30 minuti dal calcio d’inizio ed ancora continuavano ad arrivare ed entrare tifosi. Alcuni di questi hanno pure litigato per raggiungere il proprio posto. Dal canto nostro, ci siamo adeguati alla massa e ci siamo messi in mezzo a due famiglie con bambini al seguito.

Livorno-Juventus
Livorno-Juventus (cartello goliardico fuori da un tabaccaio)

Ciò che è successo poi è stato magistralmente raccontato dal signor Enzini. Alcune famiglie tifose della Juventus (con bimbi piangenti al seguito) sono state scortate via dagli steward, figura decisamente inutile quando succedono fatti di violenza verbale e/o fisica negli stadi. E la sua inutilità risiede tutta nel fatto che gli steward hanno scortato fuori le persone oggetto delle minacce e non coloro che le minacciavano. Tanto le famiglie non avrebbero reagito… Una di queste famiglie, composta da nonni di fede bianconera e bambino al seguito, è stata fatta oggetto di pesanti insulti mentre veniva scortata via per il semplice fatto che la donna aveva la sciarpa bianconera al collo, con la nonna che ripeteva al nipote come un disco rotto “allo stadio non ti ci porto più”. È questa la più grande sconfitta, un adulto che dice a un bambino “allo stadio non ti ci porto più” per colpa di cinque idioti che non hanno capito che il calcio è uno sport che lega, e non che divide.

Ciò che è successo a Livorno domenica capita troppo spesso anche in altre realtà (ricordate Inter-Juventus del 14 settembre scorso?). Non è un problema esclusivo di Livorno. E questo perché i livornesi con un cervello presenti in gradinata e nel parterre di gradinata se la sono presa con i cinque imbecilli (con il fisico e la lingua da scaricatori di porto, ma con il cervello di una sanguisuga), difendendo i bambini, le famiglie (a prescindere dalla fede calcistica) e la Livorno civile. Livorno, appunto, è una realtà civilissima. Dopo la partita, infatti, ho visto uscire dallo stadio amaranto e bianconeri insieme, senza problemi. Così come succede in Catalogna, dove Barcellona-Real Madrid si segue in pace con i tifosi delle due squadre (che rappresentano anche due diverse nazioni sotto un unico Stato) uno accanto all’altro, visto che laggiù il calcio è una festa.

Trattoria da "11"
Trattoria da “11”

La gente livornese innamorata della propria città, ossia quella con cervello e cuore, scrive quotidianamente belle pagine di civiltà. Il livornese medio (e vero), infatti, si riconosce nella signora che domenica sera, invece di tornare diretta a casa, vedendoci non pratici nella zona, ha accompagnato mia moglie e me in un ristorante, indicandocene anche altri tre per mangiare un buon cacciucco. Nel ristorante, la trattoria da “11” del tifosissimo labronico Fabiano (tra l’altro, si mangia ottimamente e si spende il giusto), abbiamo trovato un ambiente cortese. Seppur affogato nel tifo per il Livorno, con alle pareti la storia recente e passata della formazione labronica attraverso fotografie, maglie e stendardi, da buon tifoso di calcio e di sport Fabiano condivide con tutti la sua passione, parlando piacevolmente con tutti (gobbi, romanisti, fiorentini, milanisti, interisti etc.), a prescindere che siano clienti o meno. Questa è Livorno! E non quella di quei cinque idioti per i quali mi aspetto che la Questura faccia qualcosa dato che una telecamera era puntata proprio verso quegli imbecilli e non può non aver immortalato le varie scene. Anche perché la frase “allo stadio non ti ci porto più” deve valere per questi idioti e non per i bambini.

Twitter @MarcoGargini

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