Evasi 17 milioni. Sequestrata villa Wanda a Licio Gelli
AREZZO – La Guardia di Finanza ha eseguito ad Arezzo il sequestro preventivo di villa Wanda di proprietà dell’ex gran maestro Venerabile della loggia massonica P2, Licio Gelli. Gelli, infatti, sarebbe accusato di sottrazione fraudolenta delle imposte (circa 17 milioni di euro) e risulterebbe indagato assieme alla moglie ed i figli. Il sequestro di villa Wanda è stato disposto da Annamaria Loprete, gip del Tribunale di Arezzo, su richiesta del procuratore Roberto Rossi.
Villa Wanda si trova sulla collina aretina di Santa Maria delle Grazie ed è composta da due fabbricati per un totale di 32,5 vani, con piscina e locale serra e terreni agricoli per complessivi 11.150 metri quadri. L’indagine del nucleo di polizia tributaria di Arezzo con l’ausilio dell’Agenzia delle entrate aretina ha permesso di scoprire un sistema di frode che sarebbe stato architettato dalla famiglia Gelli per non pagare le imposte dovute allo Stato e per evitare che Equitalia potesse pignorare la storica villa di famiglia. Infatti, i Gelli avrebbero tentato di vendere villa Wanda in maniera fittizia ad una società terza.
Nel 1998 l’Agenzia delle entrate di Arezzo era riuscita ad entrare in possesso di un testamento olografo di Licio Gelli, rinvenuto dalle autorità francesi, nel quale erano attestate le sue disponibilità patrimoniali in territorio estero, oltre alla documentazione comprovante il sostenimento di spese rilevanti (e superiori ai redditi dichiarati) a favore dei figli Raffaello, Maria Rosa e Maurizio. Da qui derivano le contestazioni sugli omessi pagamenti di imposte sui redditi e di registro che, dopo i ricorsi vinti dall’Amministrazione finanziaria davanti alle commissioni tributarie, sono stati quantificati in 8,8 milioni di euro di cartelle esattoriali nei confronti di Licio Gelli, di 7,2 milioni del figlio Maurizio, di 1,1 milioni della figlia Maria Rosa e di 500.000 euro del primogenito Raffaello.
Inoltre, dalle indagini sarebbe emerso pure che già nel 2007 gli indagati, consapevoli dei debiti da pagare al fisco e prevedendo l’intervento di Equitalia, avrebbero pianificato e realizzato in un brevissimo arco temporale una serie di atti e negozi giudirici fittizi per non risultare più proprietari di villa Wanda. E questo attraverso la simulazione della simulazione di vendita a terzi da parte della storica società proprietaria della villa che era al 100% controllata dai tre figli.
Sarebbero stati due i passaggi chiave dell’operazione ritenuta fraudolenta: le iscrizioni ipotecarie sull’immobile a favore della moglie di Licio Gelli e del nipote, a fronte di crediti vantati dagli stessi per l’erogazione di presunti finanziamenti nei confronti della società di famiglia; e, ottenuta tale giustificazione formale, la successiva alienazione della villa nell’asse patrimoniale di una società romana, precostituita ad hoc e sempre riconducibile ai medesimi congiunti di Licio Gelli. Alla famiglia Gelli è contestato il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Intanto, dalla famiglia Gelli nessun commento. «Il signor Licio Gelli è a letto, è malato e non può rispondere al telefono» fanno sapere da villa Wanda.