Programma Sviluppo Rurale, Confagricoltura: burocrazia rallenta aziende che operano fuori regione

Il direttore Cavicchioli: “Ancora un nulla di fatto. Incongruenze tecniche fra agenzie diverse frenano le imprese”

“Stiamo aspettando un segnale per completare le domande del Programma di Sviluppo Rurale per gli anni 2023 e 2024, ma siamo ancora ad un nulla di fatto per le aziende che operano anche fuori regione, che vengono tagliate fuori per colpa di incongruenze tecniche che riguardano i processi di sincronizzazione dei rispettivi fascicoli fra agenzie. È l’ennesimo esempio di burocrazia che taglia le gambe al settore e danneggia aziende che non hanno fatto alcun errore”.

A dirlo è Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana, sulle difficoltà che le aziende che operano anche fuori regione stanno incontrando nel completare le domande per il Psr, il piano nazionale quadriennale che sostiene e copre i costi relativi agli interventi a superficie e a capo dello sviluppo rurale.

“Il Psr sarebbe un bel progetto sulla carta, peccato che riuscire a fare domanda, per le aziende che operano anche fuori regione, sembra impossibile – continua Cavicchioli –. Questo è un esempio di come la burocrazia, troppo spesso, non riesca a immedesimarsi nelle aziende e negli imprenditori, che devono far quadrare i conti e pagare dipendenti e fornitori. In Italia la burocrazia andrebbe snellita, per rendere più semplice il lavoro di tutti. Noi continueremo, quotidianamente, a chiedere risposte a chi di dovere”.

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