Tutte le cupole sotto il cielo di Firenze. Una mostra e un libro con aneddoti e notizie inedite
In arrivo l’esposizione a cura di Barbara e Roberto Corazzi. Il volume è pubblicato da Angelo Pontecorboli Editore, Firenze
Un libro e una mostra, con disegni originali di Roberto Corazzi, per “mappare” le cupole che costellano la città del Giglio. L’appuntamento è fissato per mercoledì 6 giugno (ore 15) quando l’Auditorium dell’Archivio di Stato di Firenze (viale della Giovine Italia 6) ospiterà la presentazione del libro “Roberto Corazzi: le cupole sotto il cielo di Firenze” – Angelo Pontecorboli Editore, Firenze.
Nel volume il professor Corazzi, architetto, professore ordinario alla Facoltà di Architettura di Firenze e da anni impegnato nello studio e nella realizzazione di mostre, in particolare sulla Cupola del Brunelleschi, ha raccolto e raggruppato, in base ai quartieri, le cupole emergenti nello skyline di Firenze: si tratta del primo vero quadro completo delle Cupole in città, in un viaggio attraverso 90 opere architettoniche. A seguire sarà inaugurata anche una mostra sul tema, curata da Barbara Corazzi e Roberto Corazzi che sarà allestita fino al 30 giugno all’Archivio di Stato (orario: lunedì-venerdì ore 10-13 e 15-17; sabato 10-13) e che poi si trasferirà, a luglio nei locali di Palazzo Coppini, sede della Fondazione Romualdo Del Bianco. L’esposizione raccoglie plastici e disegni, non solo del Duomo ma anche di altre cupole. Inoltre, con la fantasia dei bambini della Scuola di Infanzia Primaria Gianni Rodari di Cerbaia dell’Istituto Comprensivo di San Casciano Val di Pesa, classi 1A e 1B, sarà realizzata una mostra, a cura di Barbara Corazzi, con gli elaborati dei bambini dedicati alle cupole (fotografie di Agnese Mosi).
L’iniziativa realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze e che gode del patrocinio di Comune di Firenze, Università degli Studi di Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore, Fondazione Romualdo del Bianco, Azienda Usl Toscana Centro, Opera del Tempio Ebraico di Firenze, si aprirà con i saluti istituzionali di Carla Zarrilli direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze, Eugenio Giani presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Federica Giuliani presidente della V commissione consiliare cultura e sport del Comune di Firenze, Paolo Del Biancopresidente della Fondazione Romualdo Del Bianco, Paolo Morello Marchese direttore generale dell’Asl Toscana Centro. A seguire, gli interventi di Luigi Dei rettore dell’Università di Firenze, Francesco Gurrieri architetto già professore Ordinario di Restauro dei Monumenti dell’Università di Firenze, Luca Bagnoli presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, monsignor Timothy Verdon direttore del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Renzo Funaro architetto e presidente dell’Opera del Tempio Ebraico di Firenze, Mariella Zoppi professore ordinario di Architettura del paesaggio dell’Università di Firenze, Andrea Pessina direttore della Soprintendenza ad archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato.
«La cupola – si legge nell’introduzione al libro – rappresenta il simbolo religioso e di conseguenza la volta celeste e cioè simbolo del Cielo, sfera della storia, sede dell’asse del mondo e perfetta miniatura dell’Universo, nel suo ordine e nella sua bellezza […]. La cupola ci dice chiaramente che il Cielo si è aperto alla Terra. La cupola ci parla di un Dio che si è fatto uomo; che Dio e l’Uomo, si sono riconciliati». Nella città di Firenze esistono numerose architetture che presentano vari tipi di cupola che possono essere raggruppati in due tipi fondamentali: sistemi voltati emergenti nello skyline del panorama di Firenze e sistemi voltati inseriti all’interno di varie architetture, siano esse chiese o edifici civili. La pubblicazione tratta i sistemi voltati emergenti raggruppati secondo i vari quartieri di appartenenza.
Le curiosità
La parte iniziale è tutta dedicata alla Cupola di Santa Maria del Fiore e al Battistero di San Giovanni, illustrate con disegni e modellini del professor Corazzi. Ma tra le cupole figurano anche il Cappellone degli Spagnoli del museo di Santa Maria Novella perché nell’affresco è rappresentata la Cattedrale di Santa Maria del Fiore secondo il progetto di Arnolfo. Si ripercorre poi l’uso della “spina-pesce” nella Cappella Capponi in Santa Felicita dove già Vasari sosteneva che Brunelleschi aveva iniziato a sperimentare questa tecnica: nessun indizio però lo confermava. La scoperta è avvenuta solo nel corso dell’ultimo restauro, conclusosi a marzo 2018, che ha confermato che almeno una parte della cupola antica realizzata qui dal Brunelleschi fu costruita con la sua celebre tecnica dei mattoni murati “a spina di pesce”, la stessa utilizzata per la realizzazione della cupola del Duomo.
E poi la cupola della Chiesa del Cestello, coronata da una lanterna provvista di finestre e di una cupoletta, quella del cinema Odeon finemente decorata in vetro, e quella del monastero di Santa Teresa, non visibile dall’esterno, o ancora la Tribuna Elci alla Biblioteca Laurenziananon visibile invece dal basso. Si spazia poi dalla cupola della Cappella dei principi in San Lorenzo, decorata con intarsi pregiati, per la cui realizzazione fu creato l’Opificio delle pietre dure, alla Cupola del Buontalenti nell’ospedale di Santa Maria Nuova, visibile solo in parte a causa del solaio posto a circa 4 metri dall’imposta della cupola, passando per le cupole a ombrello applicate a San Lorenzo, alla Cappella de’ Pazzi, a Santo Spirito e confrontando i loro sistemi costruttivi.
Impossibile non citare la Cupola della Tribuna degli Uffizi, situata nel corridoio di Levante e realizzata da Bernardo Buontalenti. La sua peculiarità è il rivestimento: gli spicchi della cupola sono infatti rivestiti di conchiglie, incastonate su un fondo dorato. E poi l’inconfondibile cupola verde della sinagoga di Firenze, costituita da una cupola interna e una esterna; nell’interstizio, una serie di scale conducono dalla base fino alla sommità.
«Fatale che alla Cupola di Santa Maria del Fiore e a quella del Battistero di San Giovanni sian dedicate le maggiori attenzioni – scrive Francesco Gurrieri nell’introduzione – si tratta di pezzi “unici” che fanno da prototipi a tutte le altre, sia per le evoluzioni tipologiche che per quelle costruttive; né mancano le attenzioni proprio per quest’ultime e, particolarmente, per l’impiego della “spina-pesce”, proposta dal Brunelleschi nella sua cupola e replicata altrove, segnatamente a Firenzuola e, più tardi, da Antonio da Sangallo il Giovane nella cupola del Mastio della Fortezza da Basso. […] Il Corazzi ci stimola su quella “albertiana” della SS. Annunziata e su quella – ottocentesca – della Sinagoga, firmata Micheli, Falcini, Treves (recentemente restaurata dal Funaro).
Quasi una scoperta – sicuramente per molti – è la cupola dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, non visibile dall’esterno. Ma ancor più curiosa è quella della Chiesa “Russa” (così si ricorda comunemente a Firenze): una bella costruzione voluta dalla figlia dello zar Nicola I, Marjia Nikolaevna […] e recentemente restaurata con molta cura da Vincenzo Vaccaro. Inutile dire quanto questo grappolo di cupole, carezzate da ceramiche policrome in estradosso ricordino il San Basilio di Mosca. Fra le cupole “contemporanee”, Corazzi ci propone quella di San Piero in Palco, quella di San Paolo a Soffiano, e quella del Corpus Domini al Bandino. Fra le curiosità, quella del Tempietto dell’Indiano alle Cascine e della Cappella Demidoff a San Donato».