Tav fiorentina: arresti domiciliari per Maria Rita Lorenzetti

FIRENZE – È stata notificata questa mattina l’ordinanza di custodia cautelare per Maria Rita Lorenzetti, due volte Presidente della Regione Umbria con il Partito Democratico ed attuale Presidente di Italferr, società che si occupa di progettazione per conto del gruppo di Ferrovie dello Stato. Erano in totale 36 le persone indagate dallo scorso gennaio nell’ambito di una maxi inchiesta della Procura di Firenze sui lavori della Tav Toscana. Dai carteggi si parla di truffa allo Stato, frode, associazione a delinquere anche in odor di camorra.

Per i pm fiorentini la Lorenzetti, adesso agli arresti domiciliari nella sua casa di Foligno, si sarebbe adoperata perché venissero pagate due società impiegate per il lavori della Tav a Firenze, per le quali i pagamenti erano in ritardo. Questo in cambio di presunti favori professionali per il marito dell’ex Presidente della Regione.

Secondo Luciano Ghirga, legale della Lorenzetti, con la quale dovrebbe incontrarsi nelle prossime ore, si tratta di “vantaggi assolutamente inseistenti”. A parer suo “I fatti contestati nell’ordinanza di custodia cautelare sembrano essere gli stessi dell’avviso di garanzia del gennaio scorso. La dottoressa Lorenzetti ha sempre sostenuto la sua esternalità a tutti i fatti contestati”.

Nell’avviso di garanzia ricevuto dalla Presidente di Italferr lo scorso gennaio si avanzavano le ipotesi di corruzione, associazione a delinquere e abuso di ufficio,

svolgendo la propria attività nell’interesse e a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette (soggetti appaltanti, ndr) mettendo a disposizione dell’associazione le proprie conoscenze personali i propri contatti politici e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati e conseguendo altresì incarichi professionali nella ricostruzione dei terremoto in Emilia in favore del coniuge”. Secondo i pm Giulio Monferini e Gianni Tei ,

coordinatori dell’inchiesta assieme al procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi, veniva ipotizzato anche il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, rischio che la procura ha voluto scongiurare con l’ordinanza di questa mattina.

Tra i 36 indagati nell’ambito dell’inchiesta anche Valerio Lombardi, dirigente Italferr, e Gualtiero Bellomo, funzionario della commissione “Valutazione Impatto Ambientale” (VIA) del ministero delle infrastrutture. Quest’ultimo, secondo i pm, “si metteva a disposizione per stilare pareri compiacenti”. Altro nome illustre Ercole Incalza, ex consigliere del ministro Lunardi, dirigente dell’unità di missione del ministero delle infrastrutture.

Con la Lorenzetti altre sei persone sono finite questa mattina in manette. Secondo la Procura fiorentina nella tratta toscana della Tav sarebbero stati utilizzati materiali scadenti per la costruzione della galleria e ci sarebbe l’ombra della camorra sullo smaltimento dei rifiuti di cantiere.

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