Sorani (Confartigianato): basta alibi per l’illegalità. Che vi sia terreno fertile per l’illegalità è un dato di fatto
Confartigianato esprime piena solidarietà agli ispettori Asl e alle forze dell’ordine aggrediti ieri, all’Osmannoro, da imprenditori cinesi nel tentativo di opporsi ai controlli effettuati nell’ambito di “Lavoro Sicuro”, la campagna finanziata dalla Regione Toscana che, dal 2014 al 2016, intende passare al setaccio tutte le 7.700 imprese cinesi manifatturiere censite nella nelle aree di Prato, Firenze, Empoli, Pistoia.
“Una campagna che rappresenta una risposta alle richieste avanzate da tempo da Confartigianato e da tutta l’imprenditoria sana, italiana quanto straniera, per contrastare l’estrema facilità che alcuni sistemi illegali di produzione hanno nell’insediarsi sui nostri territori, facendo una pesante concorrenza sleale alle imprese che le norme le rispettano e mettendo a rischio la salute e sicurezza dei lavoratori, anche con epiloghi disastrosi come il rogo di Prato del dicembre 2013”
commenta Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze.
“L’obiettivo di tutti deve essere quello di non dare più alibi all’illegalità, compresi quelli buonisti, spesso riservati agli immigrati da paesi politicamente o economicamente in difficoltà. Non è razzismo e neppure populismo pretendere che gli imprenditori cinesi rispettino le stesse regole richieste ad ogni altro imprenditore e neppure affermare che l’imprenditoria cinese sia terreno fertile per l’illegalità: basti pensare agli episodi di ieri oppure al fatto che solo il 36% delle imprese cinesi ispezionate (5.826 a fine maggio) proprio da Lavoro Sicuro è risultato essere in regola al 1° controllo. Una Caporetto per la legalità”
conclude il presidente degli artigiani fiorentini.