Pitti Filati a Firenze dal 24 al 26 gennaio: i pratesi in fiera

La prossima settimana si svolgerà l’appuntamento fieristico più atteso per i filati da maglieria: a Firenze alla Fortezza da Basso si apre il 24 gennaio, per concludersi il 26, la 94a edizione di Pitti Filati, dedicata alla primavera-estate 2025.

Il plotone delle aziende pratesi è in aumento rispetto alla corrispondente edizione dell’anno scorso: 28 filature contro le 26 di gennaio 2023. In entrambe le edizioni si aggiungono a queste altri 7 soggetti pratesi, per lo più imprese di settori in vario modo connessi al mondo dei filati. Si è mantenuta quindi anche stavolta la consueta proporzione di un terzo di pratesi sul totale delle imprese presenti in fiera.

Nemmeno questa edizione, come nessuna delle precedenti degli ultimi anni segnati da covid, conflitti internazionali e relative conseguenze economiche, si svolge in tempi definibili come “normali”: una situazione questa che si riflette – anche per gli effetti statistici distorsivi di andamenti altalenanti – sui dati del settore a Prato. Dopo un 2021 che recuperò del tutto le ingenti perdite del 2020 e un 2022 eccellente (rispetto al 2021, +13,4% di produzione rilevato dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord e +17,3% di export in valore calcolato dallo stesso Centro studi su dati Istat), il 2023 ha segnato per le filature pratesi una frenata. Non essendo ancora disponibili i dati del 4° trimestre, si evidenzia che nel periodo gennaio-settembre 2023 la produzione si è ridotta rispetto al 2022 del -10,3%: un numero destinato verosimilmente a peggiorare nel consuntivo dell’anno a causa delle non buone prestazioni dell’ultimo trimestre, quello in cui, fra l’altro, alcune importanti aziende del settore sono state vittime della disastrosa alluvione che ha colpito aree estese del distretto tessile pratese. Quanto all’export, il periodo gennaio-settembre 2023 ha realizzato in valori -14,5% sul corrispondente periodo del 2022.

“Quello che di negativo è accaduto fino ad ora ha segnato le nostre aziende ma non le ha certo piegate – commenta Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Saluto con grande soddisfazione, affetto e ammirazione la presenza a questa edizione di Pitti Filati di alcune aziende che hanno subito, in misura in alcuni casi rovinosa, i danni dell’alluvione. Quelle che erano solite esporre a Pitti sono in fiera anche stavolta e noi tutti colleghi pratesi del settore ne siamo molto felici. Dal punto di vista generale, e al di là di scelte legittime di singole aziende, registriamo forte interesse per questo appuntamento fieristico che, sebbene dedicato alle collezioni primavera-estate meno congeniali alla maggior parte delle imprese pratesi, ha visto una partecipazione più elevata del solito e praticamente equivalente alle edizioni incentrate sull’invernale. Del resto, una vetrina prestigiosa come quella di Pitti Filati – l’evento promozionale più importante a livello internazionale per il nostro comparto – assume una rilevanza particolare in un quadro economico che, come troppe volte abbiamo dovuto ripetere in questi anni, è davvero all’insegna della massima incertezza. L’ultimo, in ordine di tempo, fattore di destabilizzazione è dato dalla situazione nel Mar Rosso, che impatta sulla circolazione delle merci in entrata, come le materie prime che utilizziamo, e in uscita. Un ulteriore tassello in un contesto in cui è cambiato o sta cambiando tutto, dai flussi commerciali alle dinamiche dei prezzi, dalle aspettative dei mercati a un quadro normativo europeo e nazionale che siamo impegnati a orientare per quanto possibile al meglio, ma che talvolta assume linee poco coerenti con la realtà delle imprese.”Le filature pratesi sono anche concentrate, come del resto avviene già da tempo, nella qualificazione dell’attività produttiva, nella dimensione estesa della loro intera filiera. Nel recente incontro del gruppo Produttori di filati di Confindustria Toscana Nord è stato avviato lo sviluppo di un progetto collettivo finalizzato alla più ampia diffusione della certificazione autonoma GRS – molto importante perché alla base della tracciabilità – tra le imprese terziste della catena locale di fornitura. La realizzazione del progetto consentirebbe di aumentare l’efficienza della filiera semplificando drasticamente adempimenti e oneri e allo stesso tempo conferendo maggiore evidenza agli aspetti di eticità e trasparenza del settore.

“E’ un tentativo ambizioso con un percorso ancora in parte da tracciare – conclude Pinori -, un’operazione complessa già per una singola azienda, a maggior ragione per un sistema produttivo esteso e articolato come quello dei produttori di filati aderenti a Confindustria Toscana Nord, che sostiene questa iniziativa. Non mi risultano precedenti di operazioni del genere a livello di interi sistemi distrettuali. Siamo per ora ai primi passi di ricognizione e di verifica di fattibilità. Se riuscissimo a raggiungere risultati anche solo parziali sarebbe un passo avanti importante verso la trasparenza del tessile pratese.”

Sono 80 le imprese produttrici di filato che risiedono nel distretto pratese; gli addetti diretti sono oltre 2000, cui si sommano quelli della relativa filiera. Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord stima che il comparto abbia realizzato nel 2022 – ultimo anno di cui sono noti gli andamenti completi – un fatturato di 750 milioni euro, di cui il 40% realizzato con l’estero; i produttori di filati per maglieria esportano mediamente più della metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono destinati per lo più al mercato interno. I mercati esteri più significativi, che assorbono oltre i tre quarti del valore dell’export dei filati pratesi, rimangono quelli europei, sedi di operatori del comparto maglieria o di loro impianti produttivi: Germania in primis, con quasi il 10% del totale, e a seguire la Romania, entrambe comunque nel 2023 in contrazione; significativi, e invece in incremento, anche i mercati francese, portoghese e croato.

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