PD – Renzi a cavallo tra ballottaggi e la segreteria
Firenze – Matteo Renzi non avrebbe potuto lasciarsi sfuggire un’occasione come questa: i ballottaggi per le elezioni comunali fanno da tappeto rosso al giovane sindaco, che coglie l’occasione per intrecciare gli appuntamenti in agenda per la presentazione del suo ultimo libro ai comizi dei suoi compagni di partito , comizi a cui in fondo si partecipa sempre volentieri, un po’ per dare una mano , un po’ per dare risalto alla propria immagine in vista di una possibile candidatura alla segreteria del Partito Democratico.
Già, perché pur avendo escluso per diversi mesi la possibilità di una candidatura ai vertici del PD , Renzi ha da poco iniziato a riflettere seriamente sull’opportunità di farsi avanti al congresso in programma ad ottobre : con Enrico Letta alla Presidenza del Consiglio l’ex rottamatore ha forse visto allontanarsi la corsa per la candidatura a premier per le prossime elezioni e probabilmente inizia a considerare il ruolo di segretario come ottima postazione di (ri)lancio, con un maggiore spazio di manovra e più voce in capitolo.
Al momento non sarebbe comunque stata presa alcuna decisione definitiva, anche se negli ultimi giorni Renzi avrebbe confidato ad alcuni dei suoi che la sua candidatura è una possibilità reale e concreta, auspicata del resto da molti parlamentari a lui vicini, che in questo momento temono evidentemente il pericolo di rimanere schiacciati da un lato dall‘asse di governo Letta-Franceschini, dall’altro dalla nuova corrente maggioritaria che vedrà la luce dopo il congresso.
Molte , troppe, le variabili, in questo gioco di troni tutto italiano, poiché paradossalmente anche una candidatura vittoriosa di Renzi alla segreteria del PD potrebbe risultare controproducente, minando di fatto l’autorevolezza della premiership di Letta portando dunque alla fine dell’attuale governo. Un quadro in cui , di certo, dalle fila del PDL non tarderebbero ad arrivare accuse e frecciate, mirate ovviamente a far crollare il consenso dell’elettorato per il centro sinistra –Renato Brunetta in fondo lo ha ribadito quasi subito : “Se il governo cadrà, sarà per colpa della Sinistra”.
“E’ evidente che gli eventi delle ultime settimane lo hanno messo in allarme e probabilmente l’unico modo che vede per accorciare i tempi e’ far cadere l’esecutivo bombardandolo dalla segreteria” ha spiegato un deputato vicino a Letta, “ma rischia di fare la figura del ragazzino viziato e questo non giova alla sua immagine di leader assennato. Se facesse fallire l’esperienza Letta dovrebbe spiegarlo e a quel punto anche noi metteremmo in campo un’altra narrazione”.
Ed inoltre “Con le candidature oggi in campo piuttosto deboli per affrontare primarie, da Gianni Cuperlo a Pippo Civati, potrebbe raggiungere un obbiettivo che in realtà non gli interessa e che non saprebbe gestire. Renzi non ha mai fatto vita di partito e potrebbe restare invischiato in un corpo che non conosce e senza una squadra”, ha insistito la stessa fonte. “Una mano al sindaco potrebbe arrivare dallo statuto. Nelle ultime settimane si è parlato con insistenza della possibilità di separare la figura del segretario da quella di candidato premier, ma l’idea sta incontrando qualche resistenza”.
“Si tratterebbe di una trasformazione genetica del partito” – sottolineano tra i bersaniani – “una volta che il segretario è eletto con le primarie perché non dovrebbe esserlo anche il candidato premier?”.
Cercheranno di risolvere la situazione i quindici membri della commissione congressuale che, a partire da martedì, dovrà occuparsi del futuro del partito. I membri della commissione saranno nominati dalla direzione nazionale del PD e saranno espressione di tutte le anime interne . Da questa commissione arriveranno anche i nomi per la composizione ufficiale della nuova segreteria , da otto – dieci membri al massimo. Del vecchio gruppo dovrebbe restare Davide Zoggia, cosi’ come saranno confermati sia il responsabile giovani Fausto Raciti, sia la responsabile donne Roberta Agostini. Tra i “papabili” poi Deborah Serracchiani, Matteo Colaninno, Cecilia Carmassi, Enzo Amendola, Alfredo D’Attorre, Marco Meloni e Roberto Cuillo. In lizza anche alcuni renziani: si fanno i nomi di Luca Lotti o Lorenza Bonaccorsi.