Next, al via a Livorno programma per l’inclusione sociale di persone detenute
“Grazie a progetti come Next, che presentiamo oggi, gli obiettivi del bando regionale per i servizi di inclusione sociale delle persone detenute diventano attività concrete”.
Così l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli ha aperto a Livorno l’iniziativa pubblica per l’avvio del progetto Next, finanziato dalla Regione con le risorse comunitarie del Fondo di Sviluppo e Coesione.
Erano presenti all’incontro anche l’assessore al sociale del comune di Livorno Andrea Raspanti, il Garante dei detenuti del Comune di Livorno Marco Solimano, la direttrice della casa circondariale di Livorno – Gorgona Maria Grazia Giampiccolo, la direttrice Ulepe Livorno Cristina Necchi, i responsabili di tutte le realtà inserite nel progetto: la capofila Fondazione Caritas Livorno, e poi Arci Livorno, Cooperativa Sociale CesDI onlus, Linc-Lavorare insieme nella comunità, Cooperativa Altamarea s.c.s. onlus.
“Sono due – ha spiegato la Spinelli – gli obiettivi principali comuni al bando della Regione e ovviamente presenti in questo progetto: favorire l’accesso ai diritti e alle tutele sociali e sostenere le persone detenute ed ex-detenute nel percorso di reinserimento sociale, contrastando così anche la recidiva.
Per raggiungere questo obiettivo Next prevederà la realizzazione di uno sportello all’interno degli istituti volto all’ascolto e all’accompagnamento nel disbrigo delle pratiche amministrative. e l’organizzazione di un servizio-ponte tra l’internoe l’esterno per garantire il collegamento con i servizi territoriali e accompagnare i detenuti nel percorso di reinserimento”.
Next, promosso da varie realtà attive sul territorio, coinvolgerà, per i prossimi due anni, gli istituti penitenziari livornesi.
“Il rapporto con la società esterna – spiega l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – è sempre molto delicato per le persone detenute: rafforzare questo legame è un fattore molto importante per favorire il loro graduale ed effettivo reinserimento.
Auguro quindi a tutte e tutti buon lavoro, un lavoro a favore dei diritti universali delle persone, da portare avanti anche dove, come in questo caso, è più difficile e il rischio è che siano dimenticati”.