MAREMMA – I butteri riportano le vacche nel Padule di Scarlino. Saccardi: “Così tuteliamo la biodiversità”
Le vacche maremmane tornano a pascolare nel Padule di Scarlino. Accompagnate dai butteri d’Alta Maremma, 10 capi fra cui un toro sono entrati all’interno dell’oasi faunistica gestita dalle Bandite di Scarlino. Qui, in un ambiente protetto, gli animali potranno moltiplicarsi indisturbati e vivere allo stato brado.
Entra così nel vivo, nella giornata mondiale dedicata alla bidiversità, il progetto presentato da Bandite di Scarlino per il gruppo di azione locale Far Maremma, per accedere ai fondi messi a dispsizione dal Piano di sviluppo rurale della Regione, che l’ha finanziato con 110 mila euro. Il contributo è stato utilizzato per la riqualificazione della passerella e del capanno danneggiati dalla piena del 2014 ma anche per altri interventi migliorativi, tra cui proprio l’immissione delle vacche maremmane nell’oasi faunistica, grazie alla collaborazione con l’allevatore Renzo Fedi che ha messo a disposizione il bestiame e ha previsto la realizzazione di una nuova recinzione di collegamento con quella esistente per circa 750 metri.
All’avvio dell’intervento di riqualificazione con la suggestiva operazione di immissione delle mucche nell’area del Padule di Scarlino grazie al lavoro dei butteri (nella foto), ha partecipato anche la vicepresidente e assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi, insieme al sindaco di Scarlino Francesca Travison e ai rappresentanti di Bandite di Scarlino, Far Maremma e associazione strada del vino Monteregio.
“Nella giornata mondiale della biodiversità – ha detto Saccardi – ha un significato particolare e mi fa piacere essere qui a vedere i frutti di un progetto di riqualificazione perfetto per un’area di pregio dal punto di vista ambientale. Un progetto che prevede la reintroduzione allo stato brado delle vacche maremmane, specie tipica di questa zona e legata da un unico cordone ombelicale a un altro simbolo di questa terra, i butteri, così da rappresentare insieme una porta aperta sul passato e su un’attività umana tradizionale entrata nel dna del territorio. Un plauso dunque a questa operazione che si rivela un esempio chiaro di come è possibile intervenire sapientemente sui nostri territori in un modo rispettoso dell’ambiente, della sua storia e funzionale alla protezione della biodiversità. E recuperare così un’area di grande fascino che contribuisce a formare quel paesaggio agrario dove la più grande opera è la natura”.
L’immissione delle vacche nel padule stata anche l’occasione per inaugurare ufficialmente la passerella ricostruita dopo i danni causati dal maltempo nel 2014.
Il percorso che attraversa la zona paludosa del Puntone è lungo circa un chilometro, è percorribile anche quando il terreno è allagato – essendo rialzato da terra – e conduce a due capanni in legno.