Malattie tromboemboliche, nasce rete toscana per gestire pazienti in terapia anticoagulante
Sono cresciuti tantissimo negli ultimi anni i toscani che hanno ricevuto almeno una prescrizione di anticoagulanti orali – oltre 116 mila nel 2022, il 42 per cento in più rispetto a cinque anni prima, in gran parte ultrasessantacinquenni, per l’81 per cento in terapia a lungo termine – e tra questi uno su tre, il 35 per cento, si è recato sempre l’anno scorso almeno una volta al pronto soccorso: non sempre per situazioni di emergenza ed urgenza. La Regione, con una delibera presentata dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini ed approvata nel corso dell’ultima riunione di giunta, ha così deciso di dar vita ad una rete per migliorare la presa in carico e la qualità del percorso di cura dei pazienti che soffrono di malattie tromboemboliche e in terapia anticoagulante orale, in modo da farlo al di fuori dei pronto soccorso ed evitarne così il sovraffollamento.
Sono stati creati gruppi multidisciplinari (si chiamano Gm Tao) formati da almeno tre professionisti per presidio ospedaliero, che gestiranno i pazienti in stretta collaborazione. Una rete strutturata su due livelli: il primo attivo in tutti gli ospedali della Regione Toscana ed il secondo, con ruolo di hub (ovvero centro nevralgico), operativo nelle aziende ospedaliero universitarie. Tutti i punti della rete sono in connessione tra loro tramite un applicativo informatico condiviso.
“Oltre al miglioramento della qualità assistenziale e la sicurezza dei pazienti – commenta l’assessore al diritto alla salute Bezzini – il progetto messo a punto servirà a garantire standard condivisi ed omogeneità, innovazione ed adeguamento delle risorse tecnologiche, flessibilità e valorizzazione delle competenze professionali degli operatori sanitari coinvolti”.
Le linee guida approvate sono state curate da oltre trenta professionisti delle aziende sanitarie ed ospedaliere toscane con il contributo di Ars, l’agenzia regionale di sanità, recependo l’indirizzo dell’Organismo toscano per il governo clinico già formulato nel 2020. L’azione, che tiene conto dell’organizzazione territoriale già in atto e delle risorse disponibili, costituisce un potenziamento di quanto già avviato tre anni fa.
La delibera individua ruoli, funzioni e compiti, ma anche indicatori di qualità e sicurezza del percorso.