FIRENZE – ‘L’odore vivo delle parole’, Maurizio Arbuscelli
L’odore vivo delle parole. Viaggio di un giovane… di secondo pelo è il primo libro del fiorentino Maurizio Arbuscelli edito dal Masso delle Fate (145 pp.,12 euro)
L’odore vivo delle parole di Maurizio Arbuscelli è un romanzo di formazione. Edoardo il protagonista viaggia nei sobborghi della sua vita, riportando a galla passioni, sesso, gioie, delusioni, amicizie vere e false. Un lungo viaggio che passa anche attraverso la sua Firenze. Un libro che con tratti di comicità, sensualità, riflessione ed essenza della vita, affronta il pesante bilancio dello scorrere del tempo. Tutto comincia allo scadere dei 29 anni di Edoardo. La crisi dei trent’anni e la sua ripartenza, dunque. Da qui il sottotitolo Viaggio di un giovane… di secondo pelo:
“Sono partito facendo riflessioni sulla mia vita, alcune assurde,ma nella mia testa son transitate davvero. Ricordi dei mitici anni ‘80-‘90, passando poi per un decennio che per me è stato unico, fino ad arrivare all’età dei trent’anni. Nello scorrere del tempo nasceva lentamente in me una grande paura: abbandonare il “due” che mi aveva fatto compagnia per nove lunghi anni. Mi ero legato a quel numero, come a un amico su cui poter contare. Una sicurezza che mi diceva che c’era ancora tempo prima di dover ‘mettere la testa a posto’ (…) Sembra quasi che a trent’anni se non raggiungi un obiettivo comune a tanti, come matrimonio, convivenza, un figlio, o la stabilità lavorativa, sei uno sfigato. Non parliamo poi se hai già superato i trenta e cominci la risalita. Chi adesso come me si trova in una o più delle condizioni che ho appena citato, leggendo questo libro vedrà sfumare sempre di più la “paura” di abbandonare il suo bel due e altre piccole e grandi angosce che tutti portiamo dentro di noi. Paure che scompaiono come un treno che parte dal binario di una stazione e lentamente si allontana, aprendo gli occhi e il cuore a nuovi paesaggi ricchi di opportunità. Non esiste un’età per la paura né per la rinascita”.
Maurizio, Quando e come nasce l’idea di questo libro?
Era da molto tempo che non mi dedicavo la lettura e leggendo un libro è scattato qualcosa dentro di me. Forse qualcosa che aspettava di venire fuori , di essere creato, quel testo è stata la scintilla che ha dato il via alla pazza opera di scrivere un libro.
La crisi dei trent’anni, raccontata però nella rinascita dei quaranta? Quanto c’è di autobiografico in Edoardo?
La paura dei trent’anni, un po’ era la mia, ma molte sono testimonianze di tante persone che mi hanno raccontato questa fobia. Sinceramente adesso, penso che i quaranta saranno anche meglio dei Trenta. Come sai bene chiunque scriva, mette sempre del suo brodo… ma la dose rimane sempre un mistero…
“Se leggendo, ti emozionerai, sorriderai o ti porrai alcune domande e magari vedrai le cose da un altro punto di vista, avrò realizzato grande parte del mio sogno”. Un libro che diventa uno strumento di condivisione, di superamento, di unione per un disagio profondo che in molti hanno, ma in nessuno racconta. Trentenni, generazione di paria troppo vecchi e troppo giovani al contempo. Un atto di coraggio e di umiltà. Mi viene in mente un noto passo di Oriana Fallaci, anch’essa scrittrice fiorentina (sarà un caso?), che in Se il sole muore, in maniera simile ma complementare, si appellava ai trentenni in crisi di passaggio all’età adulta. Quanto questo appello scritto nella Firenze dei trentenni di sessant’anni fa è ancora attuale, quanto collima con il messaggio di Edoardo?
Sicuramente è una chiave di lettura molto profonda quella che hai riportato. Il personaggio riporta una fobia che poi ne nasconde altre… rivedendole però trova la forza di vedere, come si dice l’altra faccia della medaglia, come se lo scorrere delle pagine lo facessero diventare magicamente più saggio e ottimista…sempre mantenendo la chiave ironica e leggera che contraddistingue l’intero romanzo.
Quanto conta lo scenario di Firenze in questa storia?
I prossimi eventi legati al libro?