L’ipad 3 sbarca ai Gigli , Applemaniaci in coda dall’alba
Ipad 3, l’attesa si è sciolta alle 8 in un applauso liberatorio. A battere le mani un piccolo manipolo infreddolito di sessanta fan del marchio di Cupertino in fila davanti all’ingresso Corte Tonda dei Gigli, sede del sancta sanctorum dei patiti della Mela, l’Apple Store, dove ieri è iniziata la vendita della prima creatura del “dopo Jobs”. “Pochi ma buoni” i Mac users, quasi tutti dipendenti e studenti di matrice toscana prevalentemente sotto gli ‘anta’, hanno iniziato ad assieparsi davanti al negozio intorno alle 5.30 del mattino. In vetta alla fila Francesco Galli, giovane studente fiorentino di Lingue, che arrivato l’altro ieri nel parcheggio dei Gigli alle 19 dopo aver trascorso la notte in auto, ha conquistato per 799 euro il tablet di ultima generazione marchiato Mela. Fra le file del gentil sesso, in netta minoranza rispetto ai colleghi maschili, il primato va alla viareggina Raffaella Marsico presentatasi ai Gigli alle 6 del mattino con 100 km alle spalle e un sogno da realizzare, “dopo – commenta – un anno di risparmi”. Risparmi spesi al termine di una veglia che porta con sé qualcosa di magico, nonostante il battage pubblicitario stavolta non abbia attratto alla Mecca della Mela, neanche un terzo degli utenti previsti, evitando l’annunciato sold out. I pezzi venduti dalle 8 alle 12 sono stati comunque un centinaio. “L’attesa davanti all’Apple Store – spiega Francesco abbracciando la ‘tavoletta’ – porta un valore aggiunto all’oggetto che si acquista, è un rituale a cui praticamente tutti i quasi 200 componenti della ‘Mac comunity’ fiorentina si sono sottoposti una volta nella vita”. Una Woodstock tecnologica pianificata attentamente con mesi di anticipo e qualche sacrificio, visto che il costo del gioiellino di casa Apple va dai 479 ai 799 euro. Così meglio rinunciare a qualche extra come una settimana di vacanza, pur di ingrossare a fine mese il gruzzolo dei risparmi. “L’acquisto è stato deciso con quattro mesi di anticipo – racconta – ed è il frutto di un piano spese sofferto ma di cui non mi pento”. Della stessa idea gli Ipadmaniaci, in coda dalla mezzanotte di giovedì, davanti ai centri Tim e Vodafone di via dei Calzaiuoli e via Martelli, e all’Expert di Sesto che hanno spalancato le porte, permettendo ai più tenaci di essere fra i primi nel centro Italia ad acquistare la terza generazione di tablet presentata negli Stati Uniti il 7 marzo scorso. Primo fra i primi Yuris Mesic, 25enne commesso pisano che a mezzanotte e un minuto si è accaparrato il tablet dei sogni al negozio Tim di via dei Calzaiuoli. Alle spalle un palmares tecnologico di tutto rispetto. “Sono venuto in macchina da Pisa – racconta – si tratta del terzo Ipad che compro. La fatica di mettere i soldi da parte c’è stata, ma è quella paragonabile all’acquisto di una bella auto che sognavi da tempo: una volta comprata ti ripaga di tutto”. Sacrifici che nonostante l’attaccamento al marchio di Cupertino, rispetto ai pazzi della Mela d’oltre oceano, dove in una settimana solo a New York stati venduti 13mila Ipad, un minor numero di persone è stato disposto a fare, almeno nell’immediato. Lo dimostra il carrello carico di oltre cento brioches e caffè, distribuiti alle 7 dai commessi per coccolare i clienti in coda. Alle 10 ancora quasi tutto pieno. Niente a confronto della folla che invase i Gigli il 13 agosto scorso per il battesimo dell’Apple Store. Stavolta hotel e treni sono rimasti deserti, la piccola folla di Ipadmaniaci, si è spostata quasi tutta in auto, optando per un viaggio mordi e fuggi che evitasse di aggiungere spese al ‘salasso’ Apple. Nessuno dei presenti se la sente di pronunciare la parola ‘flop’, anche perché a parlare sarà il lungo periodo. “Non mi sembra un buco nell’acqua– commenta Simone Recati, giovane barberinese a caccia di Ipad dalla mezzanotte di giovedì – il fatto che in un giorno feriale sessanta persone si alzino all’alba per fare la fila davanti a un negozio è incredibile sia a Firenze che in Italia”. Un bisogno di benessere, libertà e voglia di uscire dal ‘sistema’ incarnato tutto dal gioiellino Apple. In fondo, forse nonostante la crisi, vale ancora il vecchio adagio di ‘papà Jobs’. “L’ultima volta che c’è stata eccitazione per una tavola – provocò sornione alla presentazione del primo Ipad – c’erano dei comandamenti scritti sopra.”