‘I sogni sono desideri di felicità’ che diventano… Scarpe
La mostra “Il calzolaio Prodigioso, fiabe e leggende di scarpe e calzolai” è ancora aperta presso il Museo Ferragamo di Firenze.
Non è una novità lo so, la mostra è stata inaugurata lo scorso Aprile, ma “dulcis in medio” l’ho visitata solo ieri. I temi della mostra sono le favole, i calzolai e le scarpe.
Perché si tiene al Museo Ferragamo? Perché il capostipite Salvatore Ferragamo è stato un genio della calzatura e perché la sua vita stessa è stata una bella favola a lieto fine, iniziata in povertà e conclusa a Firenze in ricchezza e felicità.
Salvatore, nato modesto ciabattino, fece il suo primo paio di scarpette per la Comunione della sorella, emigrato poi nella lontana California, poco più che ventenne divenne calzolaio famoso di tutte le dive tra cui la Monroe e concluse la sua onorata carriera a Firenze tra i sonori applausi di critici e compratori che lo hanno consacrato un dio della Moda e dell’Arte.
Moderno demiurgo in grado di creare scarpette da favola per le donne più belle del mondo, volubili e capricciose, Ferragamo ha tratto ispirazione dal mondo delle fiabe cimentandosi in scarpette incantate come quelle delle fate, dorate e oniriche come quelle delle principesse del Levante oppure stringate e agili da piratasse corsare in cerca d’avventura, soffermandosi dove ogni calzolaio che si rispetti si è cimentato, la scarpa per eccellenza, quella trasparente di Cenerentola, oggetto “generazionale” alla vista del quale ogni bambina cessa di scimmiottare la mamma per sognare di essere donna.
Perché Firenze? Perché Firenze, alchemica, labirintica che non ha mai perso la sua indole bottegaia, di storie ne ha sfornate tante e soprattutto perché dopo la California, lo attirava Firenze produttiva delle arti e dei mestieri.
Il suo palazzo fu costruito da Geri Spini un banchiere medievale reso celebre da uno storyteller d’eccezione: Dante Alighieri.
Un caso? Mah! le storie sono così, una rimanda all’altra.
La mostra oltre alle storiche scarpe dell’ Archivio Ferragamo offre fumetti, le futuristiche novelle dei nostri giorni, reperti antichi, prime edizioni di favole che “ci raccontavano da piccoli”, moderne rivisitazioni di vecchi miti dal Gatto con Stivali a Pollicino, una tavola agghindata con vasi di vetro contenenti scarpette di ceramica firmate Ginori, come se ci fosse un filo tra fragilità e sogni ed infine due cortometraggi di cui uno dedicato al piccolo Ferragamo ed uno ispirato a Scarpette Rosse, fiaba tanto crudele quanto magnetica.
La mostra è strutturata come un grotta, impossibile non pensare a quella di Platone.La grotta è come la nostra mente: un luogo buio in cui brillano delle luci, quello che la fantasia è in grado di creare una volta liberata dai lacci della realtà, in questo caso, scarpe.
Il tutto accompagnato da una musichetta ipnotica come quella che usava il Pifferaio Magico” con le sue prede.Prede fin troppo facili da ammaliare e stupire trattandosi di bambini, loro oltre che sognare, sanno anche ascoltare.
Ma la mostra è pensata anche per noi adulti.
Non è la vita una grotta, una foresta oscura piene di insidie di ogni tipo, dalla quale però uscire, con l’aiuto di qualche buon amico e la fiducia nei sogni, si può?A noi donne poi è concesso di farlo camminando qualche centimetro da terra, non sarà come indossare i calzari alati di Hermes, ma per alcune di noi gli sguardi che suscitano un paio di gambe in bilico suoi tacchi, sono un biglietto garantito per l’Olimpo.