Lampedusa, strage degli innocenti e strumentalizzazioni
L’editoriale del direttore –
Le stragi degli innocenti nel mar Mediterraneo ormai, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Sicuramente sono molto più quelle di cui non si ha notizia, che accadono in mezzo al mare, piuttosto di quelle che succedono a Lampedusa e zone limitrofe. Il barcone naufragato e in fiamme che ha spezzato la vita a 94 persone (ma purtroppo il bilancio sembra destinato a salire dato che i dispersi sarebbero circa 250) rappresenta soltanto l’ultima strage di disperati di cui abbiamo notizia certa. E questo perché è capitata non molto distante dalla costa e se ne sono accorti gli equipaggi di due pescherecci. Ma chissà quante altre persone in cerca di un futuro migliore hanno perso la vita inghiottiti dal “Mare Magnum”.
Purtroppo, mentre la gente muore, la politica, invece di agire adeguatamente affrontando il problema senza pregiudizi ideologici, non perde l’occasione di stare zitta. A cominciare dall’Unione europea che, lasciando l’Italia al suo destino, non sa fare altro che giocare allo scaricabarile. Infatti, l’Ue è brava solo a criticare, facendo ricadere le colpe sulle politiche sull’immigrazione dell’Italia, quando il problema non riguarda soltanto il nostro Paese, ma anche tutti gli altri Stati membri. O siamo in Europa solo quando c’è da pagare le tasse ed essere spennati dalle politiche di austerità? L’Ue, oltre ad aiutare l’Italia, dovrebbe fare “un discorsino e una lavata di capo” ad un altro Stato membro, quella Repubblica di Malta che quando si tratta di pescare vede dilatarsi magistralmente i propri confini marittimi, ma quando si tratta di accogliere i barconi di disperati indietreggia radicalmente la zona di propria competenza, facendo addirittura giungere le Autorità italiane a ridosso dell’isola maltese. Malta, però, ha le spalle coperte perché è una figlia d’Europa, mentre l’Italia è una figliastra che si deve accontentare della sola solidarietà a parole dell’Unione.
Ma la strumentalizzazione politica arriva ad assumere i lineamenti dell’inumanità quando a parlare sono certi politici nostrani. Mentre la gente è ancora lì che sta morendo, mentre la tragedia si sta ancora consumando, c’è già chi dice di mettere mano alle politiche migratorie rivedendo le leggi sulla regolamentazione dell’asilo (il nostro Capo dello Stato Giorgio Napolitano) e chi spara a zero sul Governo per la sua “responsabilità morale” sulla strage (Gianluca Pini della Lega Nord). Come se queste stragi si risolvessero con i documenti, con le parole e dando la colpa all’uno o all’altro. E così, questa ennesima strage degli innocenti, in cui sono morti anche tre bambini, viene derubricata a semplice gong di una nuova sfida sul ring dell’immigrazione tra sinistra e destra, tra detrattori e sostenitori della Bossi-Fini. Ma intanto, là nel mare, la gente muore.