Grosseto, una cena a 14 mani nello scenario del Parco Museo Minerario di Gavorrano
La tavola è da sempre luogo privilegiato di scambio e dialogo, ma spesso il cibo stesso racconta la storia culturale e materiale di un luogo. Ecco che la “Panierina del Minatore”, così era chiamato questo portavivande, ha molto da svelare sulla vita quotidiana di chi lavorava nelle miniere. Intanto il materiale con cui è realizzata: il metallo, che permetteva di proteggere il prezioso contenuto dagli attacchi dei roditori. Una vera e propria “armatura” che costituiva un baluardo per il legame con la famiglia e gli affetti, l’unico momento di piacere all’interno del ventre della terra.
Ciascun minatore portava da casa la propria Panierina, preparata ad arte dalle donne della famiglia: un capolavoro di equilibrio che combinava cibi nutrienti per dare energia e sostentamento, economici e al contempo buoni per appagare il gusto, e di equilibrismi: l’arte di sistemare i vari elementi in modo da far entrare tutto in spazi ridotti, senza rovinare nulla.
La “Panierina del Minatore” conteneva la gavetta detta dai minatori maremmani caldaino, costituita da due parti impilate l’una nell’altra e che si poteva scaldare contenente di solito un primo. Poi c’era un termos per il caffè e anche una bottiglia di vetro e il pane. La frutta solo quando c’era. Il cibo spesso era costituito da avanzi anzi, spesso si cucinava di più la sera prima per avere pronto il giorno dopo i piatti da portar via. Il tipo di cucina era legato a quello della tradizione familiare e del territorio.
Per ricordare questo pezzo importante della storia della Maremma e il recente passato minerario delle Colline Metallifere è stata organizzata la cena: “Piatti di Pirite”, in ricordo del minerale che veniva estratto da queste miniere, che si svolgerà negli ex Bagnetti di Gavorrano il 26 giugno. Sette ristoratori di Gavorrano (Gotti e Morsi, Bellavista, Passo Carraio, Morgante, Vecchia Hosteria, Enoristorante Boccaccio, Pizza Cartoon) proporranno un menù ispirato alla “Panierina” con alcuni piatti come panzanella, tortelli Maremmani (il piatto delle feste), acquacotta, maialino e il cialdone di Caldana, dolce tipico della frazione del Comune di Gavorrano, tanto che ogni famiglia aveva il suo stemma sullo strumento con cui veniva realizzato. La cena verrà servita nel caldaino di metallo, che poi resterà ai commensali come ricordo.
Il cibo come recita il claim del progetto regionale di Vetrina Toscana, di cui l’evento fa parte, è: “un viaggio nel viaggio” e come tale porta ad esplorare luoghi nuovi lontani dalle solite mete turistiche. Prima della cena i commensali potranno visitare il Museo in galleria del Parco nazionale delle Colline Metallifere – e fare una passeggiata al geosito del Teatro delle rocce, un tempo occupato dalla cava di calcare. Nel fronte di cava è stato realizzato un grande anfiteatro in materiale lapideo adatto per rappresentazioni teatrali all’aperto. Il teatro, che evoca la forma di un antico teatro greco, è stato ideato per divenire “parte della cava”. I gradoni che ospitano i posti per gli spettatori sono stati concepiti per seguire l’andamento del fronte fino a fondersi in maniera unica e suggestiva nei punti di contatto con la parete rocciosa. Il Parco Nazionale delle Colline Metallifere, dal 2010 è un geoparco della rete UNESCO noto come “Tuscan Mining UNESCO Global Geopark”.
La cena aprirà Girogustando, la rassegna enogastronomica realizzata da Cat Confesercenti Toscana, con Confesercenti Grosseto, Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno attraverso Vetrina Toscana, il progetto della Regione con il supporto di Unioncamere Toscana che promuove il turismo enogastronomico, con la regia di Toscana Promozione Turistica coadiuvata da Fondazione Sistema Toscana.
La cena è stata resa possibile anche grazie al patrocinio del comune di Gavorrano, la collaborazione dell’associazione ristoratori di Gavorrano, la Pro loco, il Consorzio tutela vini di Maremma, il Parco nazionale delle Colline Metallifere. Si ringrazia Fausto Costagli che è in uscita con il libro la “Panierina del minatore”, Ouverture editore.