Gioco d’azzardo, oltre 3 milioni alle ASL per prevenzione, cura e riabilitazione
Quella dal gioco d’azzardo è sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età, che si lasciano tentare dal giocco, fino a far diventare questa passione una vera patologia.
Oltre 3 milioni alle aziende sanitarie toscane per attivare azioni di prevenzione, cura e riabilitazione per le persone con disturbo da gioco d’azzardo. Fanno parte del finanziamento indistinto dei Livelli Essenziali di Assistenza assegnato alla Regione Toscana, che con una delibera approvata nel corso dell’ultima seduta di giunta li ripartisce tra le aziende sanitarie, in base alla popolazione residente.
La delibera impegna le aziende a realizzare azioni conformi alle indicazioni nazionali e regionali in materia di contrasto alla ludopatia, e a potenziare i servizi pubblici preposti alla prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo.
La Regione Toscana è impegnata da tempo in azioni di contrasto al gioco d’azzardo patologico, un fenomeno che, secondo stime dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, coinvolge 20.000 persone (ma i ludopatici “certificati” sono solo 1.400). Il contrasto al Gap ha assunto negli anni un’importanza sempre maggiore, sia a livello nazionale che regionale. Una legge nazionale del 2015 ha disposto uno specifico fondo per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da Gap.
Nel luglio 2017 la Regione ha varato un Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico, che prevede, tra l’altro, l’attivazione del numero verde regionale di informazione, prevenzione e ascolto, interventi di informazione e prevenzione nelle scuole e attraverso i social network, la campagna regionale “No Slot”, interventi di formazione, ricerca, monitoraggio.
“Come Regione Toscana siamo da tempo impegnati nella lotta a tutti i tipi di dipendenza – dice l’assessore Stefania Saccardi – Quella dal gioco d’azzardo è sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età, che si lasciano tentare dal giocco, fino a far diventare questa passione una vera patologia. Con il Piano varato ne luglio scorso abbiamo voluto mettere in campo azioni e iniziative a più livelli – informazione, prevenzione, formazione, ricerca, monitoraggio – per contrastare in maniera più decisa ed efficace il gioco d’azzardo patologico. Ora distribuiamo alle aziende i fondi per attuare concretamente queste azioni”.
“L’introduzione della prevenzione, della cura e della riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo all’interno del riparto dei finanziamenti dei Livelli Essenziali di Assistenza è un passo avanti importante sollecitato in questi anni dal mondo della prevenzione e dalle Regioni, che va nella direzione auspicata e cioè quella di rafforzare il servizio sanitario pubblico nell’azione di contrasto alla diffusione della dipendenza legata al gioco – dichiara Serena Spinelli capogruppo in Consiglio regionale di Articolo Uno Mdp e presidente dell’Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco – La scelta di destinare oltre 3 milioni di euro di risorse del fondo indistinto dei LEA per rafforzare l’azione delle Aziende Usl toscane nella prevenzione, nella formazione e nel contrasto al gioco patologico è in linea con quatto fatto finora dalla Ragione Toscana che dal 2007, grazie al lavoro degli operatori dei SERD, si impegna in politiche di contrasto e prevenzione in questo settore”.
Con le nuove misure, tra le altre cose, gli operatori saranno formati attraverso corsi attivati direttamente dall’azienda, saranno potenziati i servizi destinati alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione. “Altro aspetto su cui da qui in avanti dovremo insistere – aggiunge Serena Spinelli – è il lavoro di rete, ovvero la capacità di migliorare le conoscenze e le competenze degli individui sui rischi del gioco, aumentando la consapevolezza della comunità intera, ad esempio attraverso ricerche-azioni con le figure-chiave come i medici di medicina generale, gli allenatori delle associazioni sportive, i vigili di quartiere, i parroci; interventi di sensibilizzazione rivolti a comunità straniere; eventi artistici sulla tematica aperti alla popolazione; sostegno ad azione del volontariato locale”.
Questi gli utenti con Disturbo da Gioco d’Azzardo trattati dai Servizi per le Dipendenze: dal 2012, anno in cui è stato introdotto nella cartella Dipendenze il Gioco d’Azzardo, al 2017 si registra un incremento del 44% dei pazienti trattati dai servizi. L’utenza con disturbo da Gioco d’azzardo rappresenta circa il 10% del totale dei pazienti trattati dai servizi (tossicodipendenti e alcoldipendenti).
Il trend è in aumento: il 2017 ha avuto un incremento di 101 pazienti rispetto al 2016. Il totale dei pazienti nel 2017 è di 1.465, di cui 439 nuovi utenti: 287 le femmine, 1.178 i maschi.
La fascia di età rappresentata maggiormente nei servizi è quella che va dai 50 ai 59 anni, pari al 28% dell’utenza. Si rilevano anche 7 pazienti al di sotto dei 20 anni, mentre il 21% dei pazienti ha un’età superiore ai 60 anni.
Da un’indagine telefonica effettuata con i referenti dei servizi per le dipendenze delle Asl toscane emerge che la dipendenza primaria deriva dalle slot machine (circa il 70%) seguita dai Gratta e Vinci, dalle scommesse, dal lotto e dalle Video Lottery.