FAI Salviamo i luoghi del cuore, 4 anche in Toscana
FAI – Ecco i 23 luoghi scelti per gli interventi relativi alla settima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”
In Toscana si interverrà sulla Certosa di Calci (PI), sul Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio a Cortona (AR), sul Circo glaciale del Pizzo d’Uccello e Solco di Equia Casola in Lunigiana (MS) e sull’Ex Manifattura Tabacchi a Firenze
È passato poco più di un anno dalla chiusura della settima edizione – lanciata a maggio 2014 – del censimento “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che ha visto la straordinaria partecipazione di oltre 1.600.000 persone, unite nel nome di un’Italia da tutelare per le generazioni future. Per dare una risposta concreta a questa incredibile mobilitazione degli italiani e intervenire con progetti concreti a favore di alcuni luoghi tra quelli segnalati, dopo un lavoro di analisi e monitoraggio, FAI e Intesa Sanpaolo annunciano 23 progetti di restauro e di valorizzazione.
Oltre a intervenire sui primi tre classificati – il Convento dei Frati Cappuccini a Monterosso al Mare (SP), la Certosa di Calci (PI) e il Castello di Calatubo ad Alcamo (TP) – e sul vincitore della sezione “Expo 2015 – Nutrire il pianeta” dedicata ai luoghi della produzione e della trasformazione alimentare – le Saline di Marsala e la laguna Lo Stagnone a Marsala (TP) – che beneficeranno di un contributo diretto, sono stati selezionati altri 19 luoghi valutati nell’ambito delle Linee Guida per la definizione degli interventi, introdotte per la prima volta nel 2013, in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Le Linee Guida hanno quindi offerto la possibilità a tutti i proprietari e ai portatori di interesse dei 257 beni che hanno ricevuto più di 1000 voti di presentare al FAI una domanda, a fronte di un preciso programma di azione e certezze sui primi finanziamenti, per beneficiare di un intervento diretto da parte del FAI e di Intesa Sanpaolo. Quattro le tipologie proposte: presentazione di un progetto o di un lotto di progetto da co-finanziare per interventi di restauro o riqualificazione; definizione di un itinerario culturale tra più Luoghi del Cuore; realizzazione di un’iniziativa di promozione/valorizzazione; richiesta di un’istruttoria presso gli enti di tutela.
Il feedback è stato estremamente positivo: sono infatti pervenute alla Fondazione 103 richieste di intervento da 15 regioni con il coinvolgimento di società civile e istituzioni che si sono attivate unendo le forze e creando sinergie sul territorio per realizzare progetti concreti. Una commissione composta da rappresentanti del FAI, che ha condiviso il lavoro con i Segretariati Regionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha valutato le domande ricevute in base ai parametri stabiliti – numero di segnalazioni raccolte, qualità e innovazione del progetto proposto, possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, valenza storico-artistica o naturalistica, importanza per il territorio di riferimento e urgenza dell’intervento – e ha scelto 19 beni su cui intervenire. I beni selezionati dovranno confermare formalmente l’accettazione dell’intervento FAI per poter dare avvio ai progetti accolti. In caso di rinunce, i contributi saranno assegnati ai beni che, pur avendo i requisiti, non sono stati finanziati per esaurimento dei fondi a disposizione, così come è accaduto per il Teatro Jacquard di Schio (VI) – votato nella sesta edizione del censimento nel 2012 – che ha ricevuto il contributo revocato al Museo di Totò di Napoli.
In Toscana si interverrà, con un contributo di 50.000 euro, sulla Certosa di Calci (PI) – al 2° posto nella classifica del censimento con 92.259 segnalazioni – uno dei monasteri certosini più importanti d’Italia, fondato nel 1366. Il complesso monumentale, immerso nella Val Graziosa, si trova in un punto appartato che consentiva l’isolamento imposto dalla regola dell’Ordine Certosino, fondato da San Bruno nel 1084. Come molte altre in Europa, l’austera certosa primitiva, dopo la santificazione di Bruno (1623), fu profondamente rinnovata e trasformata in sfarzoso complesso barocco, ricco di affreschi, marmi, stucchi e arredi di rilievo. Allo scadere del XVII secolo fu compiuta l’ultima impresa pittorica di rilievo per mano dell’artista livornese Giuseppe Maria Terreni, artefice della Cappella del Rosario (1792) e dell’attigua Cappella di San Giuseppe (1795). Nell’autunno del 2009, a seguito di forti acquazzoni, sono apparse vistose macchie di umidità nella Cappella del Rosario e, in breve tempo, sulla volta e lungo le pareti sono comparse maculature, molte pellicole affrescate si sono sollevate e l’intonaco si è rigonfiato. Una situazione che del resto interessa l’intero complesso e che grazie anche alla visibilità nazionale acquisita con il censimento ha subito una svolta positiva: dopo anni di assenza di interventi dovuta alla mancanza degli annuali finanziamenti statali, a febbraio 2014 il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha annunciato lo stanziamento di1.110.000 euro per intervenire sulle coperture della certosa ed è in fase di conclusione il restauro della chiesa.
L’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo sarà destinato al restauro della Cappella del Rosario. L’intervento, che sarà progettato e condotto dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno in collaborazione con il Polo Museale Regionale nel 2016, in occasione del 650° anniversario della fondazione della certosa, permetterà di recuperare questo capolavoro neoclassico.
Con un contributo di 30.000 euro sarà possibile intervenire anche sul Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio a Cortona (AR) – all’11° posto nella classifica del censimento con 22.314 voti – costruita sul finire del XV secolo su progetto dell’importante architetto senese Francesco di Giorgio Martini, in seguito ai miracoli attribuiti a un’immagine della Vergine con il Bambino, opera di un anonimo del Trecento. Dato che l’effige vegliava sul lavoro dei conciatori di pelli che vivevano in quel luogo, il santuario prese il nome di “calcinaio” dalla calce viva usata per il trattamento del pellame. La pianta è a croce latina e il punto di intersezione coincide con la cupola ottagonale. Linearità e gioco cromatico contrassegnano le membrature esterne, con il bianco dell’intonaco che contrasta con il grigio della pietra serena. L’interno, a navata unica, ha una compattezza spaziale illuminata da grandirosoni e da finestre rettangolari. Fra i quadri presenti si possono ammirare l’Assunzione di Tommaso Bernabei, detto il Papacello, pittore influenzato dall’arte raffaellesca, e La Madonna e Santa Elisabetta, con Gesù e San Giovannino diAlessandro Allori (sec. XVI), esponente del Manierismo fiorentino. La chiesa è stata oggetto di importanti interventi a partire dal 1949, quando la cupola fu di nuovo ricoperta di piombo e furono ricostruiti alcuni cornicioni. Ma un’opera come questa ha bisogno di continua vigilanza e di interventi frequenti. È stato perciò redatto un progetto di recupero – ottenuto interamente pro bono – dell’intero complesso, suddiviso in lotti, che prevede vari interventi di riqualificazione e consolidamento strutturale, per un costo complessivo di 700.000 euro.
L’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo permetterà di realizzare il primo lotto, che si concentra sulla maggiore urgenza, l’area centrale del tetto, da cui provengono le infiltrazioni di umidità più rilevanti. Per eseguire l’intervento senza ponteggiare l’intera, è stato previsto l’utilizzo di un sistema innovativo, con l’impiego di scale e ganci fissati direttamente al tetto, che resteranno in posa e saranno propedeutici agli interventi futuri. L’auspicio è che l’intervento I Luoghi del Cuore, come è avvenuto in molti casi virtuosi, dia impulso al complessivo e necessario recupero dello straordinario edificio, favorendo anche l’attrazione di ulteriori risorse economiche.
Altro luogo interessato da intervento, grazie a un contributo di 10.000 euro, ilCirco glaciale del Pizzo d’Uccello e Solco di Equia Casola in Lunigiana (MS) – al 100° posto nella classifica del censimento con 3.299 segnalazioni – luogo naturalistico più votato finora in Toscana, il cui valore si deve in particolare alla parete nord del Pizzo d’Uccello – detto il Cervino della Toscana – simbolo delle Alpi Apuane. Nel fondovalle scorre il Lucido, un corso d’acqua che scava una sorta di canyon, il Solco d’Equi. Qui affiora una risorgiva termale, Equi Terme, luogo abitato nelle sue caverne fino dalla preistoria. In mezzo a boschi di castagno, sorge il piccolo borgo di Ugliancaldo, oggetto negli ultimi anni di un significativo fenomeno di controesodo, che sta portando al recupero degli edifici e a un piano di ripresa demografica ed economica sorto dal basso. Il comitato Salviamo le Apuane, che ha segnalato quest’area, vorrebbe mettere a punto sistemi economici-ecologici volti a far rinascere la montagna, in grave pericolo sia a causa dell’abbandono sia per lo sfruttamento eccessivo delle cave di marmo, la cui attività risulta tanto più compromettente in un’area di straordinario valore naturalistico.
L’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo si concentrerà, da un lato, sui lavori di completamento della sede di I’marcord, l’associazione di residenti e appassionati attiva da anni per il recupero del borgo di Ugliancaldo, che servirà da punto di informazione e orientamento per la visita dell’area del Pizzo d’Uccello; dall’altro, permetterà la realizzazione di un sentiero ad anello che porterà alla parete nord del Pizzo d’Uccello. L’intervento, coordinato dalla Società dei Territorialisti, si inserisce nel dibattito sull’impatto delle cave e vuole rappresentare un progetto pilota, a favore di un’area marginale che però sta conoscendo un’interessante inversione di tendenza.
In Toscana si è deciso di intervenire anche sull’Ex Manifattura Tabacchi a Firenze – al 186° posto nella classifica del censimento con 1.668 segnalazioni – la più grande in Italia con una estensione di 103.000 metri quadri e un’attribuzione dubbia: gli esecutivi sono firmati dall’ingegner Alessandro Nistri, mentre da alcuni fogli si ipotizza un coinvolgimento del celebre architetto Pier Luigi Nervi, titolare peraltro dell’impresa costruttrice. I lavori vennero avviati nel 1933 e completati nel 1940: la prima costruzione realizzata fu quella destinata alla lavorazione dei sigari, sul lato nord del complesso che è caratterizzato da una serie di edifici compatti in stile razionalista. Nel 1999 la struttura divenne proprietà dell’Ente Tabacchi Italiani che ne decise la dismissione produttiva e chiuse nel 2001. Fino ai primi mesi del 2014 è stata utilizzata come deposito delle scenografie e dei costumi del Teatro della Pergola. Il complesso, in un discretostato di conservazione, necessita di alcune opere di manutenzione e di una nuova destinazione d’uso.Nonostante sia stata approvata l’ipotesi di una demolizione di buona parte delle strutture, con la trasformazione del complesso in senso residenziale, negli ultimi mesi sono emerse alcune interessanti ipotesi, tra cui la possibilità di utilizzarla come spazio per l’Accademia di Belle Arti, per la Biblioteca Nazionale oppure per Firenze Fiera.
L’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo consisterà nel vigilare, nei prossimi mesi, sugli sviluppi delcomplesso progetto di rigenerazione urbana che interessal’Ex Manifattura Tabacchi e supporterà le istanze dei cittadini per il recupero di un bene il cui valore socio-culturale è fortemente percepito sul territorio.
Intesa Sanpaolo affianca dal 2004 il FAI in questa iniziativa importante ed efficace. La tutela e la valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese sono valori fondanti del Gruppo e la sensibilizzazione dei cittadini sul valore del loro patrimonio è un impegno costante della Banca che, attraverso i suoi 4.300 sportelli, è uno strumento unico di dialogo e di sollecitazione per tutto il territorio nazionale. “I Luoghi del Cuore” è e sarà uno dei capisaldi della strategia di Intesa Sanpaolo che intende partecipare sempre più attivamente alla vita e allo sviluppo culturale e sociale del Paese.