Darsena Europa, Legambiente: “Per turismo balneare rischi imprevedibili legati a erosione coste, balneabilità e inquinamento”
Il dibattito sulla valutazione socio economica per le spiagge tra Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone
Il progetto Darsena Europa relativo all’ampliamento del porto di Livorno avrà un costo stimato intorno ai 860 milioni di euro, con un solo raggruppamento aziendale a concorrere. Un progetto volto ad accogliere navi portacontainer in grado di trasportare un carico equivalente a quello di 8mila camion. Si tratta di un investimento che coinvolge il settore economico dei container, in calo in tutto il mondo, secondo gli ultimi dati del World Container Index di Drewry, anche le tariffe di trasporto sono scese del 3%.
Per questo Legambiente Toscana inizia un ciclo di approfondimenti su Darsena Europa partendo dalla denuncia dei rischi imprevedibili anche per la possibile erosione sul litorale pisano nord. Un dibattito centrale in vista della ripresa della stagione estiva, che riporta alla luce le criticità rilevate nelle osservazioni presentate dall’associazione ambientalista, dall’ente Parco San Rossore e da Arpat.
“Con il progetto di Darsena Europa potrebbero esserci effetti imprevedibili per le spiagge e le economie del mare,” dichiara Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana. “Ci domandiamo se siano state fatte le valutazioni corrette e se il progetto risponde ancora ai bisogni per i quali era stato concepito.”
“Darsena Europa presenta molte ombre e soprattutto ampi margini di miglioramento dal punto di vista ambientale,” spiega Diego Barsotti, presidente del circolo Legambiente di Livorno. “Sono miglioramenti assolutamente indispensabili per risanare, rilanciare e ambientalizzare un’infrastruttura fondamentale per l’intera economia toscana, a partire dalla riconversione dei trasporti da gomma a rotaia garantito dall’intermodalità o gli investimenti per l’elettrificazione delle banchine con riduzione dell’impatto ambientale provocato attualmente dai fumi delle navi”.
Il rischio è quello di una possibile evoluzione negativa per il turismo balneare delle spiagge comprese tra Marina di Pisa e Calambrone che garantiscono una parte importante del Pil provinciale del settore, che potrebbero subire un’accelerazione dell’erosione, già in atto da tempo per la riduzione degli apporti sedimentari dell’Arno.
“In questo litorale le sabbie si muovono sia verso nord sia verso sud, con una prevalenza di quest’ultima direzione, ma il porto farà da riparo dai mari meridionali, in particolare fra il Calambrone e Tirrenia, dove prevarranno ancor più le onde di maestrale,” spiega Enzo Pranzini, docente di dinamica e difesa dei litorali all’Università di Firenze, che da oltre quarant’anni studia queste spiagge. “La conseguenza sarà una crescita delle spiagge a ridosso del porto a spese di quelle più settentrionali.”
Per mitigare questo effetto, è previsto refluimento artificiale della sabbia da sud verso nord, che avverrebbe con una tubazione interrata. I sedimenti verrebbero dragati in prossimità della foce del Calambrone e trasportati da un flusso di acqua con in genere 20-30% di sabbia prelevata nella zona, con il rischio che quando che sarà necessario attivare l’impianto di dragaggio l’acqua potrebbe essere inquinata.
Le associazioni ambientaliste del territorio hanno richiesto un accesso agli atti all’Autorità Portuale per visionare le analisi effettuate sulle sabbie destinate al ripascimento, che in alcune zone potrebbero essere inquinate con PFAS e benzopirene. L’Autorità Portuale non ha dato alcuna risposta.
“Lanciamo un appello alle aziende che lavorano nel comparto dell’economia del mare”, conclude Yuri Galletti, vicepresidente Legambiente Pisa, “perché valutino l’impatto del progetto in vista della stagione estiva.”
Legambiente Toscana continuerà ad approfondire i possibili rischi legati al progetto di Darsena Europa raccontando nelle prossime settimane le problematiche al centro delle osservazioni presentate, che possono essere consultate sul sito. Tra i temi al centro dei prossimi approfondimenti: gli interventi di riduzione delle emissioni portuali, l’erosione costiera, i danni per l’ecosistema marino, l’innalzamento del livello dei mari e l’interferenza con le aree protette.