Cultura regionale: i giochi antichi della Toscana

La Toscana possiede un patrimonio culturale vastissimo, che include non solo arte, storia e paesaggi, ma anche un ricco insieme di tradizioni popolari, tra cui spiccano gli antichi giochi. Questi passatempi non erano semplici divertimenti, ma rappresentavano spesso momenti di aggregazione comunitaria, espressioni di identità locale e, talvolta, rievocazioni storiche intrise di significato sociale e politico. Un prezioso spaccato sui giochi praticati alla fine del Settecento in Toscana, in particolare a Firenze, ci è offerto da un progetto editoriale avviato nel 1790 da Niccolò Pagni e Giuseppe Bardi. Questo lavoro, realizzato con il contributo di alcuni docenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, documenta attraverso le incisioni numerosi giochi tradizionali fiorentini. Tra questi si trovavano la Pentolaccia, un gioco ancora noto che prevedeva di rompere un tegame bendati, nonché diverse varianti della mosca cieca, denominate Beccalaglio e Le chiavi. Non mancavano giochi di abilità come Il bicci calla calla, in cui si indovinavano le dita mostrate dal compagno sulle spalle, o L’infilalago, un gioco femminile di equilibrio e precisione. Vi erano anche giochi di gruppo e di movimento come Il capo a nascondersi (nascondino) e La lotta. Accanto ai giochi, venivano illustrati anche appuntamenti festivi come Il berlingaccio, una delle tradizioni carnevalesche in Italia, o semplicemente figure come Le Befane.

La Maremma conserva memoria di numerosi giochi tradizionali, molti dei quali non necessitavano di strumenti elaborati, ma venivano praticati utilizzando materiali naturali o di scarto. In passato i bambini che giocavano con le noci, i noccioli di frutta, i pezzi di legno e i sassolini. I ragazzi stessi spesso modellavano i propri oggetti, come lo schioppo o la strombola (una specie di fionda). Molti giochi erano collettivi e animavano i pomeriggi paesani. Tra i giochi testimoniati nella Maremma si annoverano le piastrelle (pezzi di pietra piatta), il battimuro (un gioco con monete o bottoni lanciati contro un muro), la nizzola (un gioco a squadre con due pezzi di legno) e giochi di corsa e inseguimento come la guerra francese (chiapparella) e la tana (nascondino). Anche la succitata Pentolaccia rientrava tra i giochi fortemente radicati nella tradizione rurale maremmana.

Nel tempo qualche passatempo ha assunto una valenza storica e competitiva a livello comunitario. La ruzzola, giocata originariamente con forme di cacio stagionato e poi con dischi di legno, è un esempio di gioco popolare con origini antiche. Eventi come le Giostre, le Quintane e i Palii, diffusi in tutta la Toscana, trascendevano il semplice gioco per diventare competizioni tra contrade o quartieri, esprimendo l’identità territoriale e il furore agonistico dei partecipanti. Il Gioco del Ponte di Pisa e il Calcio Storico di Firenze sono ulteriori esempi di giochi storici che rivestono un’importanza culturale profonda.

Negli ultimi anni il mondo dello svago ha subito però una profonda evoluzione. I giochi da strada e le forme di intrattenimento collettivo all’aperto sono stati in parte soppiantati da soluzioni tecnologiche e digitali, accessibili anche tramite dispositivi mobili. Questo cambiamento ha reso sempre più difficile mantenere vive le tradizioni dei giochi popolari. L’ambito delle carte da gioco online o il mondo del gioco delle slot online sono solo alcuni esempi di come si sia passati dalle sale fisiche a quelle digitali, ma si potrebbe fare lo stesso per le lotterie e i giochi da tavolo come Risiko e Monopoly. Tuttavia, vi è anche una crescente consapevolezza del valore culturale delle forme di intrattenimento più antiche.

In alcune aree della Maremma e in altre località toscane si assiste dunque alla riproposizione dei giochi tradizionali in occasione di sagre e feste paesane, nel tentativo di promuovere momenti aggregativi e riconnettere le comunità con la loro storia ludica e festiva. La riscoperta e la valorizzazione di questi giochi antichi rappresentano un modo per preservare la memoria storica e l’identità culturale di una regione. Essi ci parlano di un modo di divertirsi legato alla socialità, all’uso della fantasia e all’interazione diretta, aspetti che continuano a essere rilevanti anche nell’era digitale.

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