Coldiretti Toscana, Vinitaly: + 78% esportazioni vino in 10 anni, 74% vola verso paesi extra UE
Il vino toscano al Vinitaly con l’export da primato. La crescita del settore principe dell’economia agricola regionale va di pari passo con il grande successo delle sue etichette e dei vini a denominazione all’estero. In dieci anni le esportazioni dei vini nostrani sono cresciute del 78% toccando, nel 2022, la cifra record di 1,2 miliardi di euro, più di un terzo del totale del valore di tutti i prodotti del Made in Tuscany agricolo ed agroalimentare venduti oltre i confini nazionali. Il vino si conferma il prodotto più esportato ed il più amato del paniere regionale con il 74% delle bottiglie spedite nei paesi extra Ue su tutti Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Giappone e Cina.
A dirlo è Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi alle esportazioni nell’ultimo decennio in vista della prossima edizione del Vinitaly in agenda dal 2 al 5 aprile a Verona. “La vendita di vino nel mondo ha contribuito in maniera determinate al record di esportazioni del nostro agroalimentare che per la prima volta nella storia ha superato i 3 miliardi di euro. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La grande reputazione e riconoscibilità internazionale della viticoltura toscana e dei suoi vini di qualità, ha permesso di reggere l’urto di uno scenario complicato e difficile come quello della pandemia, della siccità e delle ripercussioni dell’invasione in Ucraina sui costi di produzione grazie alla capacità delle imprese agricole di adattarsi rapidamente alle nuove condizioni ma anche di innovarsi e di esplorare mercati emergenti”.
L’ascesa dei vini all’estero è stata progressiva e costante nel tempo passando dai poco meno di 500 mila euro del 2003 agli attuali 1,251 milioni di euro con un incremento del 174%. Solo nell’ultimo anno il volume di affari è aumentato di 118 milioni di euro (+10,4%). “Il vino toscano riesce come nessun’altro prodotto enologico a veicolare un messaggio di paesaggi, arte, cultura e sostenibilità. Elementi che ne fanno un prodotto di straordinario successo apprezzatissimo all’estero. – spiega Letizia Cesani, vice presidente Vigneto Toscana. – La crescita delle esportazioni è da attribuire all’abilità dei viticoltori che con passione e tenacia hanno saputo tradurre in vino l’identità dei territori della nostra regione. Non è solo un bicchiere di vino rosso, bianco o fermo: dentro al calice c’è molto di più. C’è un’esperienza”.
Sono oltre 10 mila le imprese vitivinicole, 60 mila gli ettari di superficie vitata in Toscana, il 32% in regime biologico, che hanno assicurato nel 2022 una produzione di 2,3 milioni di ettolitri grazie ad una vendemmia migliore delle attese salvata dalle precipitazioni di agosto dopo i lunghi mesi di siccità. Ma non è tutto oro quello che luccica. A minare la solidità della viticoltura toscana è l’aumento del 35% dei costi a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra, il moltiplicarsi delle imitazioni e contraffazioni in giro nel mondo, tra i casi più eclatanti ci sono il Chianti svedese “imbottigliato” in tanica, il Wine Kit per il vino fai-da-te ed il Bolgarè bloccato dopo sei anni di battaglia dal Tribunale dell’Unione Europea ed il rischio di un nuovo protezionismo alimentato dagli allarmi salutistici in etichetta come le sigarette inaugurato dal caso dell’Irlanda. Da difendere c’è un patrimonio unico di biodiversità con 58 indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata toscana (96,4%) rispetto alla pur elevata media nazionale (63%) con il settore che vale il 21% della produzione agricola regionale per un valore di 485 milioni di euro.