Catalogna via dalla Spagna. Sondaggi alle stelle
BARCELLONA (Catalogna) – La Catalogna chiede l’indipendenza dalla Spagna e lo fa con mezzi pacifici. Sono finiti da venti anni (per fortuna) i tempi di Terra Lliure e, a una lotta armata senza prospettive e controproducente, negli anni ha preso sempre più corpo la lotta dal punto di vista politico e culturale. Un pacifismo disarmante che è ben spiegato nella maglietta indossata dal calciatore della nazionale catalana di calcio a 5, Jeroni Rañe Francesch, “Ells van guanyar la guerra, nosaltres guanyarem la pau”, ossia “Loro vinsero la guerra, noi vinceremo la pace”, dove “loro” sono gli spagnoli e “noi” i catalani.
LA VIA CATALANA – Oggi, giorno della Diada (festa nazionale della Catalogna, vedi video di Tv3 Catalunya della festosa Via Catalana di ieri), più di un milione e seicentomila catalani, muniti di estelades (le bandiere indipendentiste) sotto lo slogan “Independència”, hanno offerto uno spettacolo unico. Uniti mano nella mano, hanno dato vita ad una catena umana lunga oltre 400 chilometri per chiedere di convocare entro un anno il referendum per salutare definitivamente Madrid. Ossia, hanno chiesto pacificamente di dare voce al popolo per rispondere a un quesito semplice: se vuole essere catalano in uno Stato libero o rimanere sotto la Spagna, che ormai da 299 anni sta opprimendo l’ex Principat.
E, grazie all’entusiasmo del popolo catalano, la presidenza dell’Assemblea Nazionale Catalana ha chiesto al presidente della Generalitat, Artur Más, di convocare il referendum sull’autodeterminazione già nel 2014, «senza ulteriori ritardi né perdite di tempo». E questo a prescindere da cosa ne pensi la Spagna, che ha già fatto sapere che non permetterà mai nemmeno la consulta popolare, arrivando pure a minacciare l’uso delle armi attraverso alcuni suoi colonnelli dell’esercito.
I SONDAGGI – Secondo un sondaggio realizzato dall’Osservatorio di MyWord per la radio spagnola Cadena Ser, il 52% dei catalani sarebbe a favore dell’indipendenza, mentre l’80,5% si dice d’accordo a convocare il referendum sulla sovranità, e ben il 59,7% si dice d’accordo con una consultazione popolare anche se dichiarata incostituzionale dalla Spagna. I contrari alla secessione, invece, sarebbero solo il 24%. E se la Catalogna fosse completamente autonoma all’interno dello Stato spagnolo, con un accordo fiscale simile a quello esistente in Euskadi? Il 47,4% sarebbe ancora per l’indipendenza.
ALLARME BOMBA – Per tentare di boicottare la Via Catalana, qualcuno ha pensato bene di chiamare il numero d’emergenza lanciando un allarme bomba. In una telefonata anonima, infatti, si faceva riferimento a un plico abbandonato tra la Gran Via e Passeig de Gràcia. Minaccia scongiurata, fortunatamente, dagli artificieri dei Mossos d’Esquadra, ma che lascia intendere di cosa siano capaci di fare gli spagnoli: pronti pure a tornare ad usare la violenza pur di continuare a sottomettere la Catalogna, che è una delle locomotive d’Europa.
AGGRESSIONE SPAGNOLA A MADRID – Come se non bastasse, intorno alle 19:30 un commando di circa 15 persone ha fatto irruzione nel distaccamento madrileno della Generalitat de Catalunya durante un evento per festeggiare la Diada. Gli spagnoli, alcuni con il volto coperto da fazzoletti neri (alcuni con il motto fascista “me ne frego), impugnavano bandiere spagnole e con l’aquila franchista e, oltre alle urla e agli slogan, hanno aggredito fisicamente i presenti e poi hanno lanciato diversi candelotti di gas lacrimogeni in mezzo ai presenti. Cinque catalani sono rimasti feriti e sono stati soccorsi dalle ambulanze. Non contenti, gli spagnoli hanno devastato la libreria del centro culturale della sede governativa catalana, distruggendo anche la porta a vetri d’ingresso. Sei persone sono state arrestate.
Qui sotto il video della vile aggressione spagnola:
Qui di seguito alcune foto della Diada (grazie a Josep M Coma, Jesús Có, Marc Pujol Vilamala e Jordi Martinez):