Capitan Giacomo trova il tesoro! Una fiaba di Valentina Trambusti per l’Ospedale Meyer di Firenze

Il libro nasce da un’idea di Francesca Sottili, coordinatrice del progetto “Insieme per il Meyer”‘ che si propone di raccogliere fondi per il reparto di oncoematologia dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Le illustrazioni sono di Armando Fontana. All’interno della storia, una poesia di Giovanni Manuelli.

Scopriamo meglio come è nata la storia e cosa ha portato l’autrice Valentina Trambusti a mettere nero su bianco le avventure di Capitan Giacomo.

Capitan Giacomo trova il tesoro! è una fiaba che trova ispirazione nella fiaba inglese di “Peter Pan” di Sir James Matthew Barrie e che ha come obiettivo di dimostrare che dall’ostacolo, dalla disabilità, dal limite che spesso ci troviamo ad affrontare quando facciamo i conti con la malattia, può scaturire una nuova vita e una nuova capacità. Tutto nasce da un’idea di Francesca Sottili, che si trova a dover affrontare proprio con suo bambino Edoardo un percorso di guarigione difficile.

Edoardo che trova in Capitan Uncino, indossando il suo abito e il suo cappello, il coraggio per combattere la leucemia, sicuro che “avrebbe sconfitto la battaglia del suo mare in tempesta…”. Da un’immagine di un pirata dell’artista Armando Fontana trovata per caso su Facebook, le viene così l’idea.

Segue la telefonata con l’autrice Valentina Trambusti dicendole che solo lei potrebbe realizzare ciò che ha in mente. Nasce così tutto per caso, ma come guidato da una forza che nasce dal cuore. Così la storia viene scritta in un giorno, come se “qualcuno mi dettasse cosa scrivere” dice l’autrice del testo, Valentina. Le parole prendono vita dal magico tocco artistico di Armando Fontana, che riesce a trasportare ognuno di noi in un mondo di fiaba.

La storia contiene una poesia di Giovanni Manuelli, Presidente del Circolo MCL Fanin di Figline Valdarno che insieme alle Stanze Ulivieri di Montevarchi hanno promosso la terza edizione del progetto. Con la poesia “Spugna che parla alla Luna”, la storia viene come divisa in due tempi: il primo dove Capitan Giacomo si accorge di non avere più la sua mano e il secondo dove troverà il “suo” tesoro. Il libro è stato tradotto in otto lingue: inglese, tedesco, spagnolo, giapponese, russo, olandese e portoghese grazie ad alcune mamme e amici professionisti.

I proventi della vendita saranno devoluti interamente al reparto di oncoematologia del Meyer.

fotografie di Andrea Detti

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