Bullismo, Psicologi Toscana: “Vittima il 28% degli studenti”
La presidente Gulino e i dati del monitoraggio Elisa su un campione di circa 8700 studenti delle scuole secondarie di secondo grado della regione: “Ripartire dalla prevenzione, anche in famiglia”
“I dati del monitoraggio Elisa in Toscana e relativi al 2022-2023 su un campione di 8719 studenti di 35 scuole secondarie di secondo grado ci dicono che il 28% dichiara di essere vittima di bullismo: di questa percentuale il 22% afferma di essere vittima in modo occasionale, il 6% in modo sistematico. Il 18% è la percentuale del cosiddetto bullismo ‘agito’, ovvero sono quei ragazzi che ci dicono di aver perpretato tali comportamenti nei confronti di altri: di questo 18%, il 15% lo ha fatto in modo occasionale, il 3% con modalità sistematiche. Sono dati che fanno riflettere”.
A dirlo è Annalaura Nocentini, professoressa associata di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Firenze, commentando i dati sul bullismo del monitoraggio Elisa, progetto nato dalla collaborazione con il ministero dell’Istruzione e l’Ateneo fiorentino di cui è responsabile la professoressa Ersilia Menesini.
“I dati sono in linea con quelli nazionali – aggiunge Nocentini – anche quelli sul cyberbullismo che rimane sostanzialmente costante dal 2020. Per il bullismo invece sono lievemente aumentati i livelli sistematici: in generale i fenomeni sono gli stessi del pre-Covid”.
La piattaforma Elisa, spiega Nocentini, “ha un duplice obiettivo: è una piattaforma e-learning per tutti i dirigenti e il personale che sono interessati a formarsi su questi temi e c’è una piattaforma di monitoraggio importante che ci permette di condurre studi periodici annuali su larga scala. Il nostro approccio è quello di una prevenzione su molteplici livelli, rivolta verso tutti ma anche verso chi è più coinvolto nel fenomeno”.
“La prevenzione è cruciale – dice la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino -. Dobbiamo intervenire nelle scuole, con i ragazzi e con le loro famiglie, per evitare che il fenomeno diventi ancor più dilagante. Se non si interviene in modo tempestivo i numeri potrebbero peggiorare”