Bugli: “Un accordo triennale contro la marginalità”
«Probabilmente rinnoveremo entro dicembre l’accordo triennale che scade quest’anno tra Regione, Anci, alcune Società della Salute e Cnca Toscana (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) e che stanzia risorse per circa 700.000 euro l’anno. L’accordo, per la riduzione del danno e per la prevenzione in favore di persone con dipendenze e forte rischio di marginalità sociale, si allargherà ad altre parti del territorio regionale e dovrà tenere conto delle nuove esigenze che sono maturate come quella dell’immigrazione e dei fenomeni legati alla vita delle città, in special modo quella notturna».
Lo ha detto l’assessore regionale alla presidenza, Vittorio Bugli, intervenendo a Firenze al convegno ‘Certaldo 2019-25 anni dalla Carta di Certaldo – Operatori a confronto’, un incontro nazionale promosso dal Gruppo Abele, dalla Cooperativa Sociale CAT di Firenze, insieme con Cgil e Cnca (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza).
Secondo Bugli venticinque anni fa uscire dagli ambulatori e dai consultori, e scendere in strada per stabilire un contatto diretto con i tossicodipendenti o con le altre marginalità attraverso gli operatori di strada fu una grande innovazione sociale. La Carta di Certaldo, firmata proprio 25 anni fa in Toscana, definì per la prima volta in Italia quella metodologia di prevenzione e di riduzione del danno.
Per l’assessore oggi la strada è popolata anche da nuove marginalità. Si sono affacciati i migranti che i decreti Salvini hanno escluso dal sistema dell’accoglienza; o i giovanissimi, dipendenti dallo sballo del venerdì sera, soprattutto nelle periferie, e i nuovi poveri, cioè quel ceto medio che a causa della crisi economica ha perso tutto, in un contesto dove le disuguaglianze si sono moltiplicate.
«Sul fronte migranti – ha quindi aggiunto Vittorio Bugli – l’ausilio degli operatori di strada è essenziale su vogliamo davvero affrontare il tema dei migranti esclusi dal sistema dell’accoglienza: senza una residenza anagrafica e di conseguenza senza poter trovarsi una casa e un lavoro, rischiano di finire per sopravvivere in modo non regolare e possono essere portati verso l’illegalità. L’operatore di strada è una figura importante per intercettarli, parlarci, proporre loro percorsi positivi. Come essenziale è per affrontare le situazioni e gli episodi di degrado urbano, spesso legati all’abuso di alcool e sostanze, specialmente nelle ore notturne».
L’impegno della Regione sul fronte delle marginalità ha visto in questi ultimi mesi due importanti provvedimenti. Il primo è la legge che garantisce i diritti essenziali a tutti, anche agli stranieri: una casa, le cure mediche e la prevenzione, la scuola per i bambini. Per questa legge sono stati stanziati 4 milioni. L’altro riguarda invece le cooperative di comunità: la nuova legge, appena approvata, oltre a riconoscerle e a rafforzarle le estende anche alle aree urbane e possono dunque essere uno strumento di rigenerazione positiva dei luoghi e un punto di riferimento per gli operatori.
Recentemente questi servizi sono stati riconosciuti nei Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza su tutto il territorio nazionale.
«Mancano ancora – ha concluso però Bugli – le linee guida e lavoreremo in Conferenza delle Regioni perché si concretizzi quanto prima un lavoro con il Ministero che arrivi a determinarle. E, possibilmente, a metterci un po’ di risorse, a quattro mani. Infine occorre ripristinare il Fondo Nazionale per la Prevenzione e determinare il suo utilizzo ottimale da parte delle Istituzioni insieme alle tante Associazioni che si occupano del tema. Buona cosa sarebbe ripristinare a questo scopo la Conferenza nazionale contro le droghe (che non viene riconvocata da una decina di anni) e una Consulta Nazionale.»