Boom di richieste per l’attestazione SOA: Andrea Terranova su cosa sta succedendo nel settore edile
L’esperto ci spiega il motivo del picco di richieste nei confronti delle aziende di consulenza specializzate nell’attestazione SOA
Negli ultimi mesi il settore edile italiano ha conosciuto un’impennata di richieste relativamente all’attestazione SOA, un documento introdotto per la prima volta con la riforma dei contratti pubblici in seguito alla promulgazione del DPR 34/2000.
Di base, tale certificazione serve per poter accedere agli appalti pubblici con importo a base d’asta superiore ai 150.000 euro, ma da qualche mese è diventata di interesse primario anche per le aziende che si focalizzano sui lavori privati.
A confermarlo sono le imprese specializzate nella consulenza in materia di attestazione SOA, che stanno registrando un netto aumento delle richieste, davvero anomalo rispetto ai trend standard.
Per capire meglio questo fenomeno abbiamo intervistato l’esperto Andrea Terranova, fondatore dell’azienda di consulenza SOAsemplice specializzata in materia di attestazione SOA.
Perché tutto questo improvviso interesse per l’attestazione SOA?
«A dire la verità, un certo interesse delle aziende edili nei confronti dell’attestazione SOA – spiega Terranova – non è affatto una novità. Gli imprenditori più esperti del settore sanno bene quali sono i vantaggi di possedere questo documento, specialmente per chi opera negli appalti pubblici. La vera novità è la capillarità che ha raggiunto questo fenomeno di recente. Il motivo è che, da alcuni mesi, con l’introduzione del decreto Ucraina-bis l’attestazione SOA è stata resa obbligatoria anche per chi svolge lavori privati che rientrano tra quelli coperti dai bonus per l’edilizia: e, adesso, tutti, nessuno escluso, vogliono averla per non lasciarsi sfuggire l’occasione di accedere ai miliardi di euro stanziati dallo Stato».
Ed è in questo frangente che numerose aziende richiedono il supporto di un professionista come lei?
«Esattamente. Il team di SOAsemplice si occupa proprio di questo: fornire alle imprese tutto il supporto necessario per concludere positivamente l’iter di richiesta dell’attestazione SOA. Nel corso del loro lavoro i nostri consulenti seguono il cliente fino al raggiungimento dell’obiettivo finale: l’attestazione SOA, per l’appunto».
Cosa la ha spinta a fondare SOAsemplice?
«Ho deciso di fondare il marchio SOAsemplice perché credo che tante aziende italiane possiedano un grandissimo potenziale, ma purtroppo questo rimane, in molti casi, inespresso.
Sapete, ho sempre avuto fin da ragazzo, la passione per i corsi di crescita personale e l’interesse per le scienze umanistiche, fino a trovare finalmente, circa 5 anni fa un corso di formazione, uno di quelli che si aspetta per tutta la vita, un corso ideato dal Coach Roberto Cerè: il “MICAP – Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni”. Master che si basa su dei principi fondanti: sfida, trasformazione, eccellenza.
Non si può ottenere l’eccellenza se non ci si trasforma e non ci si trasforma se non si accetta di sfidarsi.
In questi anni del master che mi porteranno ad ottenere la certificazione finale, ho dovuto:
- affrontare prove di sopravvivenza vivendo una settimana in un bosco, nutrendomi di cibo in scatola;
- correre la maratona di Berlino, entro i tempi previsti dall’organizzazione;
- raggiungere il peso forma attraverso un severo regime alimentare accompagnato da costante attività fisica;
- superare test teorici, pratici e di public speaking;
- e tanto altro ancora.
Ho imparato tante cose: si è trattato di un percorso di crescita personale che mi ha messo di fronte a continue sfide fisiche e mentali, e il loro superamento ha, in un certo senso, ‘scoperto’ la vera natura delle cose. Schopenhauer direbbe che mi ha permesso di vedere cosa c’è sotto il ‘velo di Maya’.
In tutto questo, ho compreso che il mio lavoro potrebbe essere definito come un ‘coach delle imprese edili’. Studio la loro condizione, esamino i punti forti e quelli deboli e preparo una strategia su misura per sfruttare al massimo le potenzialità delle imprese stesse.
E questo non significa, banalmente, portare queste aziende a ‘guadagnare di più’.
Il messaggio che trasmetto ai miei clienti è ben più ampio: “Tu e la tua impresa potete superare con successo le sfide che state affrontando. Puoi raggiungere importanti traguardi e io posso, anzi, voglio aiutarti a farcela”.
È questo il valore aggiunto che desidero offrire loro, un valore aggiunto che ho imparato a coltivare e ad articolare seguendo l’approccio scientifico della programmazione neurolinguistica, una delle discipline che costituiscono il cuore del MICAP».
Ci spiega meglio qual è questo valore aggiunto di cui parla?
«Il valore aggiunto che voglio trasmettere non è una singola cosa. Sono tante!
È l’instaurazione con il cliente di un rapporto che va ben oltre l’ambito professionale. Un rapporto di comunicazione fondato su valori di umanità e di positività.
Allo stesso tempo, significa anche aiutare gli imprenditori a mettersi in gioco e ad acquisire tutti gli strumenti necessari per crescere, per migliorare le loro performance e per raggiungere quell’autodeterminazione che tutti desideriamo.
Essere padroni del proprio futuro, sapere di poter contare sul proprio valore senza doversi preoccupare degli imprevisti, di natura burocratica per quanto riguarda il mio settore, che possono verificarsi in qualunque momento.
Ecco, il mio obiettivo è di offrire tutto questo alle aziende che richiedono il mio supporto».