Bimbo muore al Meyer, la denuncia dei genitori
“Mio figlio è morto solo come un cane, le sue ultime ore di vita sono state un’agonia. Chiedo giustizia perché quello che è successo a Diego non capiti a nessun altro”.
Occhi gonfi e mani elettriche, Gustavo Ferraro è un uomo distrutto e arrabbiato, mentre ripensa alla sigaretta fumata fuori dall’ospedale Meyer. L’unico minuto di pausa dopo una giornata passata a fianco del figlio di 14 mesi che morirà proprio in quegli istanti per arresto cardiocircolatorio, intorno alle 22.10 di mercoledì 16 ottobre, nel reparto di rianimazione del Meyer.
Adesso sarà compito della Magistratura, diretta dal procuratore Giuseppe Quattrocchi, ricostruire le responsabilità e i passaggi che hanno preceduto la morte del piccolo, in attesa dei 60 giorni entro i quali arriveranno i risultati dell’autopsia disposta su richiesta dei genitori, dal sostituto procuratore Gianni Tei.
L’epilogo di una storia doppiamente tragica iniziata all’ospedale pediatrico di Massa dove il piccolo, affetto da tetralgia di Fallot, una malformazione cardiaca congenita, era stato ricoverato lo scorso 7 febbraio per essere sottoposto a un delicato intervento al cuore. “Durante il ricovero – recita il verbale raccolto dai carabinieri – Diego ha subito un arresto cardiaco che, a dire dei medici, è stato causato dall’anestesia”. Un episodio che, secondo il padre, “ha provocato un arresto cardiaco lungo più di 45 minuti causando al piccolo un brutto danno cerebrale e trasformandolo in un vegetale”.
Dopo l’incidente il piccolo viene trasferito d’urgenza alla rianimazione del Meyer, per poi, dopo un mese di degenza essere ricoverato in terapia sub intensiva fino all’8 ottobre. Poi le dimissioni, Diego viene rimandato a casa dai genitori, che, stando al verbale, vengono forniti di un ventilatore polmonare da posizionare in trachea durante il sonno. Al piccolo viene applicata la Pet per l’alimentazione assistita.
Il dramma finale si consuma due settimane fa. “Mio figlio aveva il battito cardiaco a 210 – racconta l’uomo – e la febbre altissima, così abbiamo telefonato al Meyer, la dottoressa ci ha detto di somministrargli una tachipirina”.
Alle 15.30 la febbre non cala e i genitori chiamano il 118. Da questo momento in poi inizia il calvario che si chiuderà con la morte del piccolo, secondo il padre “abbandonato dai medici: l’unico cardiologo che ho visto – dice – è arrivato dopo la morte di mio figlio che era cardiopatico”. Alle 19.00 la situazione precipita è Gustavo vede che il figlio ha la bocca coperta di schiuma, “ma nonostante questo gli infermieri – racconta – mi hanno detto di pazientare perché nell’altra stanza c’era un bambino che era deceduto”.
Due ore dopo Gustavo è disperato implora di chiamare un medico per il figlio, l’infermiera alza il telefono:
“Dottoressa, venga subito che qua succede un casino” si legge nel verbale. Il medico secondo quanto racconta l’uomo agli inquirenti, arriva poco dopo somministrando una flebo al bimbo per poi trasferirlo poco dopo in rianimazione. Dove Diego, posata la testa sul cuscino, muore.
I genitori, seguiti dall’avvocato Mattia Alfano, hanno richiesto la nomina di un perito di parte che sarà ammesso all’esame autoptico. “E’ nostra intenzione – sottolinea il legale – spingere affinché emergano le eventuali responsabilità degli operatori del Meyer ma anche che sia fatta luce anche sul ruolo avuto dall’ospedale di Massa nella vicenda”.
Intanto l’Aou Meyer ribadisce i risultati dell’Audit, convocato in via di urgenza il giorno dopo il tragico decesso e realizzato con la partecipazione attiva dei rappresentanti del Centro Regionale per il Rischio clinico.
“Il personale medico e infermieristico – si legge nella nota dell’ospedale – ha assicurato una presa in carico continua del piccolo paziente. Dall’esame della documentazione clinica sono emerse le ripetute valutazioni del paziente e la costante sorveglianza assistenziale”.