Primo Biagioni nuovo presidente di Confartigianato Restauratori Firenze
È Primo Biagioni, falegname, ebanista e restauratore, il nuovo presidente della Federazione Restauro di Confartigianato Imprese Firenze. Ultimo discendente di una famiglia di falegnami e restauratori in attività a Firenze dal 1835, Biagioni succede a Riccardo Bianchi, confermato invece dall’assemblea elettiva alla guida della Federazione Artigianato artistico.
Biagioni, che ha frequentato l’Accademia di belle Arti di Firenze, è anche pittore, scultore e docente di ebanisteria, oltre che uno dei più ricercati restauratori italiani (suoi, tra gli altri, i restauri degli arredi dell’Hotel Gritti di Venezia, dell’Excelsior e del St. Regis di Firenze, del Museo Stibbert, di Villa la Pietra-collezione Acton).
Molti gli argomenti che Biagioni ha inserito nell’agenda del suo mandato, come l’opportunità di “capitalizzare” Expo 2015.
“Se ne parla molto, eppure, ad oggi, non esistono idee e progetti concreti, ma solo fumose iniziative di marketing” spiega il neo-presidente che richiede “un più incisivo intervento in materia da parte di Camera di commercio, Comune e Regione”. Come azioni in grado di intercettare a Milano possibili clienti da traferire poi a Firenze con speciali pacchetti di offerte (dai trasporti agli itinerari turistici, dalle strutture ricettive alla visita alle botteghe artigiane e al patrimonio artistico-culturale ecc…).
Necessari, per Biagioni, anche interventi che, a Firenze (la città concentra il 62% dei restauratori attivi in tutta la provincia), chiamano direttamente in causa il Comune: quelli tesi a favorire il superamento della svalutazione economica, culturale e sociale dell’artigianato, in particolar modo nelle generazioni più giovani, anche attraverso le politiche educative scolastiche; iniziative per favorire “l’inserimento a bottega” e contrastare il difficile ricambio generazionale, con collegamento alla normativa regionale d’istituzione delle figure di Maestro artigiano e Bottega Scuola; la razionalizzazione della burocrazia e della fiscalità locale (diminuzione di canoni e tariffe per le piccole imprese artigiane); l’individuazione di linee di credito per gli investimenti; l’inserimento nei bilanci di capitoli di spesa dedicati all’artigianato; affitti calmierati negli immobili di proprietà comunale; la creazione di partnership con il sistema museale e dei beni culturali per la realizzazione dei souvenir di qualità. Tutto questo per.
“Tutte tematiche cui Dario Nardella si era mostrato interessato, ai tempi del Libro verde sull’artigianato, prima del ‘trasferimento romano’ e che è necessario tornino al centro delle politiche che la sua Giunta metterà in atto, così da dare una prospettiva di fattibilità reale, un futuro che riconosca il valore sociale e artistico dell’artigianato”.
In via di chiusura anche l’annosa questione del conseguimento della qualifica di restauratore. Il Ministero dei beni e delle attività culturali ha infatti appena approvato le linee guida della disciplina transitoria: in attesa dell’attivazione di specifici corsi universitari, la qualifica di restauratore e di collaboratore restauratore di beni culturali si acquisirà mediante un’apposita procedura di selezione pubblica, da concludersi entro il 30 giugno 2015.
Le linee guida, adottate come previsto sentite le organizzazioni imprenditoriali e sindacali più rappresentative, costituiscono l’indirizzo interpretativo per la valutazione dei requisiti in possesso degli operatori interessati. In particolare: dei titoli di studio, delle attività di restauro svolte e delle competenze autocertificate. Le linee guida saranno consultabili sul sito www.beniculturali.itnon appena vagliate dagli organi di controllo. Il bando per l’apertura dei procedimenti telematici sarà anch’esso pubblicato nei prossimi mesi.