BENZINA – Scattano i rincari pre-ferie
ROMA – Arrivano i rincari pre-vacanze sulla benzina. Dopo l’aumento deciso nella giornata di ieri dall’Eni, oggi tutti gli altri marchi hanno deciso di adeguarsi al rialzo con rincari che vanno da 0, 5 a 1,5 centesimi di euro al litro sulla benzina e 0,5 e 1,2 centesimi sul diesel. Come rileva Staffetta Quotidiana, Ip e Shell hanno aumentato la benzina di 0,5 centesimi, arrivando rispettivamente a 1,850 e 1,857 euro al litro. L’aumento di Tamoil ed Esso, invece, è di 1 centesimo al litro, arrivando rispettivamente a 1,857 e 1,847 euro al litro. Alla Q8, invece, aumento di 1,2 centesimi (1,864 euro al litro). Il prezzo massimo è quello segnato da TotalErg con 1,865 euro al litro (aumento di 1,5 centesimi). Come segnala sempre Stafferra Quotidiana, “l’aumento scatta in controtendenza rispetto al calo di ieri sui mercati internazionali del prodotto raffinato e porta il prezzo ai valori più alti dallo scorso 25 marzo”.
CALANO LE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI RAFFINATI – Sempre secondo il quotidiano delle fonti di energia, “tornano finalmente a scendere, dopo quasi una settimana di rialzi, le quotazioni dei prodotti raffinati mentre i prezzi alla pompa fanno registrare ancora una scia di aumenti. Il prezzo internazionale della benzina è sceso ieri a 588 euro per mille litri (-9), quello del diesel a 607 euro per mille litri (-13). Sui prezzi alla pompa, invece, stamattina si registra la risposta delle compagnie all’aumento deciso ieri da Eni.
Le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito, dunque – continua Staffetta Quotidiana –, salgono ancora, con la benzina a 1,851 euro/litro (+0,6 centesimi) e il diesel 1,745 euro/litro (+0,4 centesimi). Si tratta dei valori più alti dallo scorso 25 marzo. Fermi i carburanti gassosi: Gpl a 0,794 euro/litro, metano a 0,988 euro/kg”.
ADOC: “BASTA SPECULAZIONI” – Intanto, l’Adoc ha chiesto all’Antitrust un intervento urgente e diretto contro le compagnie petrolifere che, secondo l’associazione dei consumatori, starebbero speculando alle spalle delle famiglie italiane, che spendono il 12% in più delle altre famiglie europee per i rifornimenti. «Il caro benzina – afferma in una nota Lamberto Santini, presidente dell’Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori – è intollerabile e insopportabile, chiediamo all’Antitrust di richiamare all’ordine tutte le compagnie petrolifere, soprattutto quelle di bandiera, per porre fine a questa continua speculazione a danno degli italiani. In Italia si spende in media il 12,3% in più che nel resto d’Europa, addirittura il 25% in più che nella vicina Svizzera. Negli ultimi cinque anni il prezzo della verde è cresciuto mediamente del 10% l’anno, causando seri e irreparabili danni economici sia ai consumatori che alle imprese. E il fatto più grave è che senza tassazione acquistare oggi un litro di verde costerebbe solamente 85 centesimi di euro, dato che tra tasse e accise il costo dell’imposta arriva a 97 centesimi di euro. Sui carburanti gravano infatti l’imposta di fabbricazione, le molteplici e ormai anacronistiche accise (a cui va aggiunta l’Iva) e l’Iva al 21%. Come Adoc siamo delusi anche dal comportamento delle compagnie di bandiera, che invece di reagire e venire incontro alle famiglie in un momento di profonda crisi si adeguano alle tendenze in rialzo. Ora basta – conclude Santini –, si intervenga subito per evitare il crollo completo del Paese e della fiducia negli organismi».