Ben Harper in concerto al Pistoia Blues 2019

Il gran finale del Festival affidato a Ben Harper

Non è sicuramente nuovo al Pistoia Blues Festival, Ben Harper che si presentò con l’armonica ipnotica di Charlie Musselwhite. Quest’anno a gran furore, torna con la band The Innocent Criminals che hanno intrattenuto il pubblico con più di due ora di concerto assolutamente variegato tra successi originali e cover all’insegna della tradizione blues/funk americano. In particolar modo da ricordare il pezzo “Them Changes” di Buddy Miles, di impronta hendrixiana e il celeberrimo “Superstition” di Stevie Wonder. Il musicista di Claremont, nell’Inland Empire, California (e qui non è un caso che il Nostro appaia proprio nel film “Inland Empire” di David Lynch verso i titoli di coda in compagnia della sua ex moglie Laura Dern), ha riproposto i suoi più grandi successi dagli esordi fino ad oggi. Una breve carrellata con “Fight For Your Mind” (dall’omonimo disco del 1995) in cui batterista e percussionisti hanno dato prova delle loro capacità ritmiche, “The Will to Live” (1997), “Welcome to The Cruel World” (1994), “Diamonds on the Inside” (2003), “Steal My Kisses”, “Please Bleed”(dal disco “Burn to Shine” del 1999) in un escalation di emozioni e rimembranze. Il pubblico chiaramente affezionato all’artista ha mostrato trasporto e coinvolgimento anche nei momenti in solo dell’artista che, come si sa, è sempre generoso nei suoi live, con dediche al pubblico.

La musica che riesce a comporre e a riproporre in maniera naturale non fa che ripercorrere le tappe della sua vita, fin dalla nascita (i suoi genitori avevano un negozio di dischi a Claremont, il Folk Music Center, adesso museo di Strumenti Musicali, centro nevralgico e sorgente di predisposizione per la musica. Ben Harper ha chiuso in bellezza questa edizione del Pistoia Blues che era partita con i Thirty Second to Mars di Jared Leto, all’insegna del rock onnicomprensivo grazie anche alla collaborazione con l’organico ben compatto della sua band. Le collaborazioni non sono mai mancate, e sono anche state piuttosto variegate (come con i Blind Boys of Alabama in cui il gospel si univa al folk in un tutt’uno spontaneo e che gli valse il Grammy Award grazie al disco “There Will Be Light”), ed hanno sempre evidenziato l’eclettismo dell’autore e la sua capacità di fare propri i generi con la sua sensibilità e capacità tecnica. Insomma, quest’anno Pistoia ha concluso il Festival col classico finale col botto!

Servizio fotografico di Sandro Nerucci

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