AREZZO – Positive due addette alla lavanderia della Casa di Riposo Fossombroni
La casa di riposo ha messo in atto ulteriori procedure per prevenire la diffusione del contagio
Due addette alla lavanderia interna della Casa di Riposo “V. Fossombroni” sono positive al Covid19. Tutti i dipendenti dello storico istituto cittadino sono stati sottoposti ai periodici controlli per monitorare il virus e, dai risultati dei sessantadue tamponi effettuati, due hanno evidenziato la presenza di contagio.
I due casi, di cui uno a bassa carica virale, interessano operatrici addette al reparto di guardaroba e lavanderia che non sono state a contatto diretto con i residenti e per cui sono state già attivate le adeguate procedure di isolamento domiciliare, mentre i locali dove erano impegnate sono stati immediatamente sanificati. La casa di riposo aveva già attivato tutte le necessarie misure anti-contagio e, a seguito dell’individuazione dei due casi di positività, ha messo in atto procedure di ulteriore compartimentazione dei vari moduli assistenziali per evitare la diffusione all’interno della struttura. Al momento, comunque, tutti gli ospiti risultano asintomatici.
La direzione della Casa di Riposo “V. Fossombroni” e il personale – commenta Maria Paola Petruccioli, già presidente in attesa del passaggio di consegne, – si stanno distinguendo per professionalità, impegno e attenzione, facendo quanto previsto per la prevenzione del contagio e rispettando le precauzioni. I controlli effettuati quotidianamente, comunque, potrebbero non essere sufficienti perché gli operatori hanno contatti con l’esterno, dunque è necessario che le istituzioni prevedano nuove misure per un monitoraggio più incisivo nei confronti del personale che entra e che esce dalla struttura, con l’esecuzione di tamponi più frequenti e rapidi nel risultato. É necessario inoltre un più forte sostegno alle Rsa prevedendo la messa a disposizione di personale qualificato e un contributo economico concreto per consentire alle aziende di affrontare le spese determinate dall’emergenza e la perdita di posti letto messi a disposizione per trattare eventuali positività».