Arezzo, il ruolo dei caregiver in un incontro promosso da Asl Toscana Sud Est e Calcit
Venerdì pomeriggio, al cinema Eden di Arezzo, si ascolteranno le testimonianze di due caregiver e i consigli delle dottoresse Chiara Pacifico (palliativista) e Silvia Peruzzi (psicologa) per aiutare chi aiuta
«Abbiamo voluto dedicare questo appuntamento a coloro che ogni giorno si prendono cura dei propri familiari non senza difficoltà – spiega Chiara Pacifico – attraverso la proiezione di questo cortometraggio che è il racconto di una donna, Luisa, che ha assistito la sorella Carla, malata oncologica terminale accompagnandola nell’ultima fase della sua vita. Ma questo è anche il racconto del complesso ruolo dei caregiver ai quali, come società, possiamo dare il nostro contributo scegliendo la strada della non indifferenza, offrendo loro un ascolto attivo, un supporto sociale perchè è di questo che hanno bisogno i caregiver: sentirsi accolti e compresi nella loro sofferenza in quanto essi stessi vivono da vicino la malattia di chi assistono».
«Nel nostro lavoro, basato su competenze multi professionali, diamo anche supporto e presenza non solo ai pazienti ma anche a chi si prende cura di loro, affiancandoli e sostenendoli nei loro bisogni e nelle loro difficoltà quotidiane – prosegue Chiara Pacifico –. A loro dico di chiamarmi quando vogliono, quando sentono il bisogno di lasciare andare sensazioni di paura e di sconforto. I caregiver hanno bisogno di una voce amica e il nostro compito è di ascoltare non solo i pazienti ma anche chi li assiste».
«Fondamentale è la presenza capillare del Calcit che, attraverso il Progetto Scudo, ci permette di essere vicini a pazienti e caregiver consentendo loro di poter sperare, sognare e avere momenti di benessere anche in presenza di malattia avanzata– conclude Pacifico -. Il cortometraggio di Anselma Dell’Olio racconta la storia di due sorelle, una delle quali malata di tumore che grazie ad una breve vacanza alle terme scoprono nella malattia e nelle difficoltà di ogni giorno, una crepa dalla quale filtra una luce in cui si può dare senso e significato alla propria vita nonostante la malattia».