AREZZO – Circa nove milioni di euro da spendere sul territorio delle Foreste casentinesi
In esecuzione i bandi 2019-2020-2021 del ministero della Transizione ecologica
Saranno per l’esattezza 8.947.104 gli euro che arriveranno all’Ente e saranno impegnati nei prossimi mesi nell’area protetta tosco-romagnola per sostenere gli interventi destinati alla riduzione di CO2, all’adattamento al climate change e alla mitigazione delle conseguenze di quest’ultimo.
Le misure, all’interno del programma del ministero della Transizione ecologica “Parchi per il clima”, prevedono, oltre a progetti per il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico, la realizzazione di impianti di piccola dimensione di produzione di energia da fonti rinnovabili, servizi e infrastrutture di mobilità a basso impatto ecologico e interventi di gestione forestale sostenibile. Il dicastero riconosce importanza strategica anche alla riforestazione.
Il bando 2019 era stato finanziato con 2.630.841 euro; quello 2020 con 3.172.263, e quello 2021, integralmente asseverato, con 3.144.000 euro.
L’approvazione dell’ultimo bando ha permesso che il capitolo del ripristino dei versanti di foresta degradati possa impegnare ulteriori 400.000 euro; le azioni sui pascoli poco meno di 200.000. L’efficientamento energetico del centro visite di Premilcuore 227.000 euro; quello di Londa, che segue quello di Castagno d’Andrea sul versante fiorentino, ne richiederà 289.000. Gli interventi sul centro multifunzionale di Prato alle Cogne impegneranno risorse per 412.000 euro. Il battello elettrico a servizio del lago di Ridracoli, adiacente al cuore naturale della Lama, costerà 317.000 euro. Questi andranno ad integrare “Verso il cuore del Parco”, programma per l’accessibilità e la mobilità sostenibile all’interno dell’area protetta, che ha visto, tra l’altro, l’approvazione dell’acquisto di quattro pulmini bimodali ed è stato finanziato per più di 900.000 euro. Ci sono poi circa 520.000 euro che si aggiungono sul capitolo degli interventi di naturalizzazione di fustaie di origine artificiale. Seguono misure di gestione selvicolturale e rinaturalizzazione dei boschi di conifere, interventi di ridiffusione dell’abete bianco autoctono, l’arricchimento specifico con latifoglie e il ripristino degli habitat del castagno a Bagno di Romagna, Camaldoli e Montalto.
“Si tratta di una opportunità unica. Abbiamo oggi la possibilità di diventare un laboratorio dello sviluppo sostenibile e riversare importanti risorse che sosterranno molte realtà economiche innovative del territorio. E’ un canale di intervento, autonomo rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è ormai diventato strutturale e che dobbiamo continuare a sfruttare appieno con attenzione, efficienza e lungimiranza“, ha dichiarato il presidente del Parco Luca Santini.