Ambiente: studio internazionale sui mammiferi, il Parco di San Rossore protagonista
Per conoscere meglio animali come volpi e martore, lupi e daini, istrici e tassi, gestendo il rapporto con le attività umane
Parco al centro del progetto EnetWild: la nostra area protetta da oggi è parte di una rete internazionale di zone di studio connesse al progetto ‘European Observatory of Wildlife”, volto ad indagare con approccio scientifico le popolazioni di mammiferi presenti ed il loro stato di salute in tutto il territorio europeo. Per quattro mesi sarà testato un innovativo sistema di controllo e reperimento dati tramite fototrappole. Alle operazioni prenderanno parte i dottori Marco Del Frate e Paolo Bongi, afferenti al gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Apollonio, che da anni si occupano di grandi mammiferi nel Parco, coadiuvati dall’aiuto di operatori esperti nel settore come il dottor Guerrasio dell’Università di Sassari.
Sono 28 i paesi europei coinvolti, San Rossore è una delle tre aree studio in Italia, l’unica a rappresentare un habitat mediterraneo con le sue coste, le foreste e le aree umide. Lupi e daini, volpi e martore, istrici e tassi: sarà creata una mappa digitale della distribuzione degli animali monitorati e per la prima volta saranno a disposizione stime comparabili a livello europeo, con informazioni cruciali sulle variabili che influenzano la densità e la dislocazione delle specie e sulle metodologie gestionali più efficaci. L’analisi consentirà di confrontare decine di diversi ecosistemi nel continente e di comprendere quali sono gli elementi che influiscono sulla diversa collocazione delle specie, sul numero degli esemplari e sulla loro salute.
Il Parco è stato scelto sia per le sue caratteristiche naturali uniche, un ambiente con habitat estremamente eterogeneo e molto vicino a zone di interesse turistico e culturale, sia perché da 40 anni ha sviluppato una notevole esperienza nel campo del monitoraggio. «Un’iniziativa che conferma ancora una volta come il nostro Parco sia importante e conosciuto a livello internazionale, anche nel mondo scientifico» commenta il presidente del Parco Lorenzo Bani.