Ambiente, già 126 gli avvistamenti tra balenottere, capodogli, tursiopi e stenelle

Il primo bilancio delle crociere di ricerca e citizen science ancora in corso nel Santuario Pelagos e Tirreno meridionale

Sono trascorsi appena 100 giorni di avvistamenti a bordo delle Vele del Panda e già i numeri confermano una ricchezza di biodiversità in tutto il Tirreno, compreso il Santuario Pelagos: 164 i turisti coinvolti grazie ad una flotta di 8 imbarcazioni a vela, compresa la leggendaria Adriatica e l’ambasciatrice del progetto, il veliero Mahyana. 126 gli avvistamenti di megafauna marina di cui 100 cetacei tra cui tursiopi, stenelle striate, grampi, i rarissimi zifi fino ai mastodontici capodogli e le balenottere comuni. Gli avvistamenti sono stati effettuati tra Mar Ligure, isole Pontine, Arcipelago Toscano, Corsica del Nord tra acque costiere e acque pelagiche, quelle maggiormente frequentate dai cetacei. Ma il bilancio è destinato a crescere poiché l’attività prosegue fino all’autunno. Tra gli incontri speciali, quello con un gruppo di grampi (Grampus griseus) al largo di Lavagna nel Golfo del Tigullio proprio in corrispondenza di una scarpata.

© WWF Italia 1

Il programma di monitoraggio e  citizen science di WWF Italia e WWF Travel, quest’anno giunto alla quinta edizione, si conferma così uno strumento essenziale per lo studio della megafauna nel Mediterraneo. I dati sono stati raccolti grazie al coinvolgimento dei turisti e la competenza di ricercatori WWF: le 13 guide whale watching sono state formate dal WWF grazie al corso di formazione “Professione Whale Watcher” sviluppato con EIIS (European Institute of Innovation for Sustainability), e consentiranno di approfondire la biologia e conoscere le possibili minacce per le 8 diverse specie di cetacei residenti nel Mediterraneo. Il progetto fa parte della più vasta iniziativa WWF GenerAzioneMare per la campagna Our Nature. 

Cetacei nel Mediterraneo 

“Il Mar Mediterraneo è la casa di otto specie di cetacei regolari che purtroppo risentono quotidianamente degli impatti delle attività antropiche (inquinamento chimico, acustico, da plastica, eccessivo traffico nautico, sovrapesca e bycatch) e quindi necessitano di tutela e protezione. Tuttavia, ci sono ancora molte aree del bacino per le quali non abbiamo dati aggiornati sullo stato di salute e la distribuzione di tali specie. Per colmare questa lacuna conoscitiva e sostenere la conservazione dei cetacei nel Mare Nostrum, il WWF Italia, in collaborazione con WWF Travel e Sailsquare, ha lanciato nel 2020 il progetto “Le Vele del Panda” ha dichiarato Giulia Prato, Responsabile Mare WWF Italia. 

“L’esperienza di quest’anno ci conferma il ruolo fondamentale del coinvolgimento dei turisti. Senza di loro non sarebbe possibile raccogliere la gran mole di dati che possiamo inserire in un data base a disposizione della comunità scientifica, un elemento fondamentale per esplorare nuove aree e scoprire quali siano quelle più importanti per i cetacei. Conoscere significa proteggere ed è questo il principale scopo del nostro progetto – ha dichiarato Laura Pintore, responsabile megafauna marina di WWF Italia. 

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